Vitamina D in gravidanza, quali sono i benefici per mamma e bambini?

La vitamina del sole è molto importante in gravidanza, perché protegge la salute della mamma ma anche quella del suo bambino. Pensa che gli effetti durano per qualche mese dopo il parto. Scopriamo come si assume e quando potrebbe essere necessario aggiungere un integratore per evitare carenze nel corso dei nove mesi.
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Valentina Rorato 18 Giugno 2020
* ultima modifica il 24/09/2020

La vitamina D è nota per essere importante per la salute delle ossa e per essere chiamata la vitamina del sole, perché il corpo aumenta la sua capacità di sintetizzarla grazie all’esposizione al luce. Non è però preziosa solo per questo. È fondamentale per il cervello, per il cuore, per il metabolismo, per il sistema immunitario e  per  affrontare una gravidanza sana.

Benefici della vitamina D in gravidanza

La vitamina D è importante in gravidanza perché pare essere associata alla prevenzione di molte malattie, tra cui la preeclampasia e il diabete gestazionale. Devi poi ricordarti che questa sostanza serve a favorire l’assorbimento del calcio, fondamentale per le ossa e per i denti. C’è un vecchio detto che recita così “Ogni figlio porta via un dente”. Cosa significa? Non devi certamente ricorre a protesi, anche se ad alcune donne – soprattutto in passato – può capitare.

Durante i nove mesi aumenta il fabbisogno di calcio materno per far fronte alle richieste del feto, soprattutto nel terzo trimestre. Per soddisfare questa necessità, il corpo della mamma mette in atto naturalmente alcuni meccanismi specifici, aumentano la capacità di assorbimento intestinale di questo minerale e la momentanea mobilizzazione del calcio dalle ossa della madre. E' un po' come se il tuo bambino usasse le tue riserve. Di conseguenza, oltre ad assumere abbastanza calcio con la dieta, si consiglia di fare attenzione alla vitamina D che ne favorisce l’assorbimento.  Una carenza di vitamina D, combinata a quella di calcio durante la gravidanza e l’allattamento, è infatti responsabile di rachitismo.

Per il feto e i neonati

La vitamina D è importante anche per il feto che sta crescendo e si sta sviluppando nel pancione della sua mamma. Una giusta assunzione è collegato a un rischio ridotto di parto pretermine e a bambini di peso, lunghezza e circonferenza cranica maggiore alla nascita. Come abbiamo anticipato prima, la D protegge anche il bambino dal rachitismo. Passa infatti attraverso la placenta durante la gravidanza e protegge il piccolo per i primi 3 mesi di vita. Il rachitismo clinicamente evidente compare dopo questo periodo iniziale e prima dei 18 mesi: è in questa fase che occorre essere particolarmente previdenti e assumere tutti gli integratori necessari, soprattutto se si allatta al seno.

Pare inoltre che il feto esposto a una carenza in gravidanza sia più a rischio di sviluppare alcune malattie croniche, infezioni delle vie bronchiali e respiratorie o problemi allergici. Il deficit durante la gestazione può avere anche effetti a lungo termine: per farti degli esempi, ridotta capacità polmonare a 6 anni, difficoltà neurocognitive a 10 anni e aumentato rischio di disturbi alimentari nell’adolescenza.

Quanta vitamina assumere durante la gravidanza?

L’assunzione di vitamina D in gravidanza non è obbligatoria. Sarà il medico a valutare se la mamma ne ha bisogno o se il suo corpo è autosufficiente. La prima cosa da fare è richiedere un dosaggio, che si fa attraverso un semplice esame del sangue. L’apporto giornaliero raccomandato in gravidanza e allattamento è pari a 600 UI/die (15 mcg/die), ma in presenza di fattori di rischio di carenza di vitamina D (come iperpigmentazione cutanea, obesità o scarsa esposizione al sole, magari a seguito di un melanoma), il dosaggio della supplementazione dovrebbe essere superiore fino a 1000-2000 UI al giorno (50 mcg/die).

Chi è a rischio carenza

Il rischio di una carenza può colpire:

  • le mamme molto giovani (per esempio le adolescenti che restano incinte)
  • chi ha già avuto un figlio affetto da rachitismo
  • chi è a rischio gestosi
  • chi ha un'elevata pigmentazione cutanea (pelle molto scura)
  • chi si espone poco al sole
  • chi soffre di obesità
  • chi assume farmaci che interferiscono con il metabolismo della vitamina D
  • chi segue una dieta povera di vitamina D (per esempio vegetariani e vegani)

Come evitare una carenza

Per evitare la carenze bisogna condurre una vita sana, possibilmente passando diverse ore al giorno all’aperto e consumando cibi ricchi di calcio e vitamina D, come i latticini, il fegato, la carne di maiale, ma anche il pesce azzurro o pesci grassi, le uova (soprattutto il tuorlo) e l’olio di fegato di merluzzo. In caso la mamma non fosse in grado di soddisfare questo stile di vita, a causa di malattie della pelle che non le permettono l’esposizione al sole o allergie alimentari, è fondamentale una profilassi.

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