La possibilità di richiedere una "mascherina 1522" per segnalare una violenza domestica è ancora valida, anche oggi che non siamo più in lockdown. Lo ha dimostrato proprio qualche giorno fa una ragazzina di 17 anni di Oristano, in Sardegna, che ha chiesto e ottenuto l'aiuto della farmacista proprio attraverso questa frase in codice.
Si è presentata nel negozio assieme a un'amica e la dottoressa ha capito subito il pericolo grave che stava correndo. Ha quindi fatto accomodare le ragazze nel retro del negozio, ha chiesto loro di raccontarle cosa stesse accadendo e a chiamato la polizia. Il risultato? L'uomo, un amico di famiglia, che da 5 anni abusava della 17enne è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale su minore.
Per questo motivo è importante sapere come funziona questo strumento adottato in tempo di pandemia per facilitare la richiesta di aiuto da parte di donne che subiscono violenza sessuale o domestica.
Restare a casa ha dei pro e dei contro. Da un lato ti proteggi dal virus, dall'altro ti allontani dalle persone a cui vuoi bene. Da un lato sei al riparo dai nemici esterni, ma dall'altro sei più esposto a quelli che si tra trovano le mura domestiche. È quello che sta tuttora accadendo alle donne vittime di violenza e di cui ti avevamo parlato anche su Ohga. Con l'emergenza Coronavirus è stato quindi necessario trovare nuovi canali attraverso cui potessero chiedere aiuto. E uno di questi sono state le farmacie: "Voglio una mascherina 1522", sarà la frase in codice con la quale comunicare al farmacista che il tuo problema in quel momento non è solo prevenire il Covid-19.
L'idea nasce da un accordo tra la Federazione farmacisti e i centri antiviolenza. Una donna potrà quindi comunicare in codice di essere vittima di uomo violento e la persona che ascolterà il messaggio si attiverà per fornirle informazioni utili e farle arrivare l'aiuto di cui ha bisogno.
1522 non sono cifre scelte a caso: è il numero gratuito promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio a disposizione proprio delle donne. A fianco, esiste la possibilità di scaricare la app per comunicare attraverso una chat, in caso non le fosse possibile parlare o avesse paura di essere ascoltata dal suo aggressore.
Ci sono poi altre possibilità che una vittima di violenza domestica può sfruttare come i centri antiviolenza della rete Di.Re e di Differenza Donna. Inoltre la polizia ha messo a disposizione l'app YouPol, che di norma serve per segnalare episodi di spaccio o di bullismo, anche per questi reati.
Insomma, proprio sfruttando l'epidemia e l'inizio della fase 2 in cui tutti dovremo indossare una mascherina, una donna può trovare un appoggio esterno a cui far arrivare il proprio grido di aiuto.
Fonte| Ministero della Salute