Cosmetici ecosostenibili: per sceglierli bisogna sapere leggere l’etichetta seguendo 6 regole

Nel mondo della cosmesi non esiste una certificazione che ci possa aiutare a capire se il prodotto è sostenibile o meno. E non è detto che la presenza di elementi naturali riduca il suo impatto sull’ambiente. Il segreto è saper leggere per bene l’etichetta, secondo le regole che ci ha spiegato Fabrizio Zago, fondatore dello standard EcoBioControl e autore dell’EcoBioDizionario.
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Giulia Dallagiovanna 18 Aprile 2021
Intervista al Dott. Fabrizio Zago Consulente italiano per il marchio Ecolabel, fondatore dello standard EcoBioControl e autore dell'EcoBioDizionario

"Nel mondo della cosmesi non esiste nessuna certificazione che possa garantire per il loro impatto ambientale", comincia così la nostra chiacchierata con Fabrizio Zago, consulente italiano per il marchio Ecolabel, fondatore dello standard EcoBioControl e autore dell'EcoBioDizionario, al quale abbiamo chiesto aiuto per capire come muoverci quando vogliamo scegliere una crema o uno shampoo ecosostenibile. "Il problema – prosegue – è che bisognerebbe formulare dei criteri completamente diversi rispetto a quelli che si usano comunemente per i detergenti, perché sono due mondi molto lontani tra loro. E infatti, nessuno avrà mai visto un bagnoschiuma o uno shampoo certificato Ecolabel, come invece è normale sulle confezioni dei prodotti di pulizia, nonostante questi criteri esistano già da 15 anni. Accade solo a volte negli alberghi, quando non riescono a ottenere il marchio in quanto struttura, ma vogliono comunque dimostrare di impegnarsi sul fronte della sostenibilità".

Se non abbiamo segni di riconoscimento che ci aiutino, come possiamo capire quale prodotto sia migliore per la nostra salute e per l'ambiente? Proprio il dottor Zago, durante un workshop organizzato da Wise Society, ha spiegato le regole per leggere l'etichetta dei cosmetici in commercio. Vediamole insieme:

Preferire un INCI corto

Un buon primo passo è quello di orientarsi verso INCI con una lista non troppo lunga di componenti. Ma cos'è questo INCI? L'International Nomenclature of Cosmetic Ingredients è una denominazione internazionale usata per le etichette dei cosmetici allo scopo di indicarne tutti i diversi componenti. È un linguaggio ufficiale e l'unico ammesso in questo campo. Al momento, include circa 32mila sostanze. Per chi deve effettuare i controlli, dunque, è una sfida importante e può capitare che venga commesso qualche errore. Proprio per questo motivo, anche tu dovrai effettuare una seconda verifica per capire se quel prodotto è adatto a te oppure no. "Nessuno meglio di ciascuno di noi conosce la propria pelle e sa quali cosmetici è bene scegliere", conferma Fabrizio Zago.

Se ad esempio troveremo un INCI con 15 o 16 componenti, significa che ciascun0 di questi sarà presente in una percentuale pari allo "zero virgola" e non potrà quindi avere nessuna vera proprietà cosmetica. Siamo in realtà di fronte a un mero spreco. "Meglio preferire formulazioni semplici, facilmente interpretabili e che non mi prendano in giro", chiarisce l'esperto.

L'ordine dei componenti

"Per acquistare un prodotto adatto, bisogna sapere come va letta un'etichetta. Prima di tutto, si deve prestare attenzione all'ordine dei componenti e capire a quale altezza si trova una sostanza che può essere eventualmente contrassegnata da un bollino rosso o giallo", ci spiega.

In base a dove sarà posizionato un determinato ingrediente, potrai avere un'idea della quantità in cui è presente e capire subito quali siano i componenti principali di quel cosmetico.

Come aiuta il semaforo

I bollini ai quali Zago si riferiva fanno parte del semaforo INCI, che valuta l'impatto ambientale e quello sulla salute dell'uomo di un componente specifico. Lo stesso sistema è riportato anche in EcoBioControl ed è facilmente consultabile attraverso l'app gratuita che permette di leggere in modo più facile l'etichetta di un cosmetico (o di un detergente).

Gli anfoteri sono fondamentali

Gli anfoteri sono un tipo di tensioattivo presente di norma nello shampoo che puoi trovare nel classico flacone. Purtroppo, non si trovano nel corrispondente solido. "In tanti scelgono di acquistare il prodotto solido perché spinti da considerazioni nobili di tipo etico: si vuole ridurre la quantità di plastica che si utilizza. Il problema è che senza gli anfoteri, che si trovano allo stato liquido, i capelli finiscono per caricarsi solo di carica negativa e, dunque, come si dice comunemente ‘spareranno da tutte le parti', non staranno a posto. Per trovare una soluzione a questo problema, alcune aziende hanno introdotto l'uso di olio di semi idrogenato, ovvero la margarina. Ma il grasso riduce l'azione pulente dello shampoo, quindi rischierò di avere un prodotto che non funziona", spiega sempre il dottor Zago.

Gli anfoteri sono tensioattivi ai quali uno shampoo non può rinunciare: purtroppo non sono contenuti nel prodotto solido

"Nessuna certificazione in uso al momento valuta le performance – ha poi precisato a Ohga. – Quindi il problema è che le persone magari spendono più soldi perché vogliono acquistare un prodotto ecologico e migliore per la salute, nell'illusione che funzioni bene, se non addirittura meglio di altri. Questa garanzia invece non la dà nessuno, perché non è proprio prevista dai criteri".

Gli emollienti nelle creme

"Nel caso delle emulsioni – ha proseguito – bisogna valutare l'effetto cascata: una crema, per quanto possa essere ecobio, non potrà contenere meno di 4 o 5 emollienti, altrimenti non produce l'effetto pelle liscia".

Quando vogliamo verificare l'efficacia di una crema ci chiediamo principalmente se ci abbia lasciato la pelle liscia, ben idratata e protetta. Ma se il prodotto contiene 1 solo emolliente, questo effetto rischia di durare pochi minuti. Affinché prosegua per diverse ore o anche per tutta la giornata deve appunto prodursi l'effetto cascata, attraverso l'azione di altri emollienti.

Attenzione ai conservanti

"Il problema dei conservanti è che in commercio se ne utilizzano alcuni di altamente allergizzanti e altri che possono anche rivelarsi molto pericolosi per la nostra salute", avverte Zago. La formaldeide, ad esempio, è una sostanza cancerogena. Oggi però la legge permette di impiegare altri componenti, con un nome diverso, che possono poi trasformarsi in formaldeide. Ci sono inoltre sostanze come il benzoato di sodio o il potassio sorbato che possono provocare reazioni avverse in chi ha sviluppato una sensibilità.

Il benzoato di sodio o il potassio sorbato possono risultare sostanze allergizzanti

Insomma, un prodotto cosmetico deve far bene alla nostra pelle o ai nostri capelli, ma anche alla nostra autostima, facendoci sentire un po' più belli e più pronti per affrontare la giornata. Ma per ottenere questo effetto bisogna esserci certi di aver scelto quello giusto.