Kenya, un’elefantessa orfana salvata dallo Sheldrick Wildlife Trust ha dato alla luce il suo cucciolo

Fiocco azzurro allo Tsavo National Park, in Kenya. Melia, un’elefantessa che diversi anni fa era stata recuperata perché rimasta orfana, ha messo alla luce pochi giorni fa il piccolo elefante Milo.
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Gaia Cortese 31 Ottobre 2022

Lo scorso 29 ottobre, poco dopo l’alba, allo Tsavo National Park è venuto al mondo un piccolo elefantino. Una buona notizia, senza apparentemente potersi considerare eccezionale, se non fosse che a dare alla luce il piccolo elefante, è stata Melia, un'elefantessa rimasta orfana probabilmente a causa del bracconaggio, che nel 2009 all'età di undici anni era stata accolta dalla fondazione Sheldrick Wildlife Trust attiva nel recupero di elefanti e rinoceronti rimasti orfani.

Dopo tredici anni dal suo salvataggio, Melia è diventata mamma per la prima volta. E’ successo nelle prime ore del mattino di sabato scorso quando il capo custode Benjamin ha sentito forti rumori provenienti dall’area di Ithumba, dove gli elefanti erano visibilmente in fermento per qualcosa che stava per accadere.

Nell’avvicinarsi agli animali il capo custode si è accorto del piccolo elefante appena nato e si è messo in contatto con gli altri dipendenti della fondazione perché potessero essere presenti all’evento, del tutto inaspettato dal momento che nessuno sospettava che l’elefantessa Melia fosse in dolce attesa. Nonostante Melia avesse messo su peso negli ultimi tempi, infatti, le sue forme non facevano pensare a una gravidanza.

Il piccolo elefante è stato chiamato Milo, che significa “amato". La sua salute è ottima ed è già sorprendentemente robusto, tant’è che le sue dimensioni sono simili a quelle di due altri piccoli ospiti del centro: Wimbie di tre settimane e di Mambo di sette mesi.

La nascite di Milo è un evento positivo anche in senso più ampio. Esistono tre specie di elefanti in natura: due specie si trovano in Africa, ossia l’elefante africano e quello di foresta, un’altra specie si trova in Asia.

Come riporta il WWF, "tutte e tre le specie di elefante sono a rischio di estinzione soprattutto per la perdita e frammentazione dell’habitat causata dall’espansione umana e dalla conseguente conversione di habitat naturali in aree agricole e insediamenti abitativi. A ciò si aggiungono il bracconaggio per il commercio illegale delle zanne e il consumo di carne".

All'attivo ci sono numerosi enti che hanno come obiettivo la tutela di questi animali, proprio come lo Sheldrick Wildlife Trust. Lo stesso WWF in collaborazione con l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha avviato un programma chiamato ETIS, “Elephant Trade Information System”, ossia una banca dati gestita dal TRAFFIC, la rete internazionale che si occupa del controllo del commercio della fauna selvatica minacciata. Questo programma ha recentemente evidenziato come il volume di avorio commercializzato illegalmente nel mondo nel periodo 2011-2016 sia stato il più alto mai osservato negli ultimi trent'anni, una tendenza che deve essere assolutamente invertita se non vogliamo che questi animali spariscano dal pianeta Terra.