Orche a rischio estinzione per l’inquinamento dei mari: sostanze nocive trasmesse di madre in figlio

Inquinamento di mari e oceani ed esposizione ai danni causati dai PCB stanno portando all’estinzione delle orche. Se non saranno prese al più presto delle misure adeguate, entro 50 anni questi cetacei potrebbero scomparire dal pianeta.
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Gaia Cortese 19 Novembre 2018

Le chiamano orche assassine, ma poi ci lasciano ammutoliti, davanti a una dimostrazione di sensibilità che non potremmo mai immaginare da parte di un cetaceo. Forse ricorderai la triste vicenda della scorsa estate, quando una giovane orca di vent'anni, chiamata J35, ha trasportato per 17 lunghi giorni al largo della costa del Pacifico nordoccidentale il proprio piccolo, purtroppo deceduto poco dopo la nascita. Forse un modo per stabilire un contatto emotivo, dopo ben 17 mesi di gestazione. Un modo per dimostrargli il proprio affetto. Davanti a un tale comportamento, tra l'altro comune anche ai delfini, non si può che rimanere senza parole. E senza parole si rimane anche davanti ai numeri che ormai si accompagnano alle orche e che le vedono a rischio di estinzione.

Torniamo a J35. Nelle acque che vanno da Seattle a Vancouver, fino a Victoria, nella British Columbia canadese vivono tre pod (J, K, L), le unità familiari in cui si organizzano le orche. Nel corso degli ultimi tre anni, nel pod di J35 non si sono verificate nascite e il recente lutto del cucciolo di orca è stato ulteriormente un duro colpo. Quello che preoccupa è poi il numero di esemplari: solo 75 orche mettendo insieme tutti e tre i pod.

Perchè le orche rischiano l'estinzione? Ancora una volta la risposta è l'inquinamento dei mari e degli oceani. Non è solo colpa dei sacchetti di plastica, ma anche dei motori e degli scarichi delle imbarcazioni, degli impianti industriali e dell'inquinamento ad opera dell'uomo. A mettere in pericolo la vita delle orche sono anche delle sostanze chimiche, conosciute con la sigla PCB. Si tratta di composti organici prodotti dalle industrie e utilizzati fino agli anni Settanta nei condensatori, nei trasformatori e nei motori elettrici, oltre che come additivi in prodotti come vernici, pesticidi, adesivi, sigillanti e fissanti. Considerati cangerogeni e dannosi per la fertilità e il sistema immunitario, i PCB sono stati vietati negli Stati Uniti a partire dal 1972, e successivamente nel resto del mondo, ma gran parte di queste sostanze deve essere ancora smaltita.

Qual è il legame tra orche e PCB? Secondo uno studio “Predicting global killer whale population collapse from PCB pollution”, pubblicato sulla rivista scientifica Science, le orche sono tra i mammiferi con il più alto livello di PCB nei loro tessuti: sono stati misurati valori fino a 1300 milligrammi di PCB per chilo nel tessuto adiposo delle orche, quando un livello di 50 milligrammi per chilo causa già problemi di infertilità e di difese immunitarie. Le orche sono l'ultimo anello di una lunga catena alimentare e nutrendosi di foche e pesci di grandi dimensioni come tonni e squali accumulano PCB e altri inquinanti. Non solo. I PCB vengono trasmessi dalle madri ai cuccioli attraverso il latte ricco di grassi, ciò significa che le sostanze nocive rimangono nei corpi degli cetacei a vita. Se le orche quindi non riescono più a riprodursi e a difendersi dalle malattie, il rischio di estinzione è dietro l'angolo.