Oggi il lutto è diverso, come lo si può affrontare? “Diamo spazio al dolore”: intervista alla psicologa Miriam Nipote

L’emergenza Coronavirus sta invadendo anche aspetti della nostra vita che ritenevamo intoccabili, come la scomparsa di una persona cara. I malati non possono essere accompagnati dai familiari in ospedale, in molte città i feretri vengono trasportati, solitari, fuori comune dai mezzi dell’Esercito per la cremazione e i funerali sono sospesi. Il lutto oggi è diverso. Abbiamo chiesto alla dottoressa Miriam Nipote, psicologa e psicoterapeuta, che cosa potrebbe aiutare i familiari ad elaborare la perdita di un caro.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Aprile 2020
Intervista alla Dott.ssa Miriam Nipote Psicologa e psicoterapeuta

Il Coronavirus sta ribaltando la tua vita. Non puoi uscire, se non per portare fuori il cane ma non più di 200 metri più in là del tuo cancello. Non puoi andare al bar o al ristorante o al cinema o dal parrucchiere: sono tutti chiusi. Puoi vedere gli amici e i tuoi genitori, sì, ma al di qua di uno schermo digitale fatto di luci e pixel.

L’emergenza virus sta invadendo anche ambiti della nostra vita che ritenevano nostri e intoccabili, come il lutto e il dolore per la scomparsa di una persona cara. L’hai visto: feretri solitari, caricati sui camion dell’esercito e trasportati anche fuori comune, per la cremazione, funzioni funebri sospese o con due, tre persone al massimo per via delle restrizioni, e niente fiori. A Bergamo, come in molte altre zone d’Italia, il lutto oggi è diverso.

Abbiamo parlato con la dottoressa Miriam Nipote, psicologa e psicoterapeuta, per provare a capire come poter affrontare la perdita di un caro in una realtà che oggi è uguale ma diversa.

Dottoressa Nipote, in questa emergenza da Coronavirus molte cose a cui eravamo abituati stanno cambiando, perfino l'elaborazione del lutto di una persona cara. Tutto questo che impatto può avere dal punto di vista psicologico?

Oggi è diverso ciò che ruota attorno al lutto. Sono cambiate le cose che facciamo quando muore qualcuno a noi caro. A molte persone sta succedendo di non sapere che cosa succederà al familiare malato, altre soffrono per non poter essere con lui nel momento dell’ospedalizzazione. Se succederà il peggio non lo si rivedrà in camera mortuaria e non ci sarà nessuna forma di commemorazione. Queste mancanze diventano come dei “macigni” che si aggiungono al peso del lutto.

Che cosa si può nascondere sotto questi macigni?

Ai parenti dei defunti la situazione richiede uno sforzo diverso. L’elaborazione del lutto ora deve fare i conti con altre emozioni molto forti, come dispiaceri e rimpianti ma anche con delle importanti mancanze. Ci potrebbero essere il dispiacere di non aver potuto salutare la persona cara o il rimpianto di non essere potuti stare vicino alla persona cara in ospedale e in tutto ciò che ha dovuto affrontare.

Per molti il rimpianto potrebbe trasformarsi poi in qualcosa di più profondo: senso di colpa.

Bisogna distingue tra il dispiacere, che è naturale, e il senso di colpa che invece non è un dato diretto che deriva dall’esperienza ma è un’elaborazione della mente. È importante ora essere gentili con noi stessi e parlarsi come ci si rivolge a un amico, ricordando che la colpa non è nostra. Nessuno ha voluto questa situazione difficile, nessuno ha scelto di non assistere i familiari in ospedale o di non fare i funerali. E questo lo sapeva bene anche la persona cara.

Che significato hanno le funzioni funebri? 

La commemorazione dei defunti ha radici profondissime, è un insieme di pratiche, ritualità e gestualità di cui qualsiasi uomo di qualsiasi epoca e religione ha sempre sentito il bisogno. È un bisogno profondo e transculturale, che in queste circostanze non può essere colmato. Queste ritualità consentono di riconoscere l’importanza che la persona ha avuto nella nostra vita. Il funerale dà dignità e importanza alla persona cara che è venuta a mancare e ci permette di salutarla augurandogli il meglio, per chi crede, in un mondo diverso dal nostro, qualunque sia.

Non poter vedere il corpo della persona scomparsa, non poter avere un funerale o deporre il feretro, possono contribuire a creare un senso di negazione del lutto. 

Sì, tutte queste circostanze possono e potrebbero rendere più difficile accettare e prendere consapevolezza dell’accaduto. Il processo di elaborazione del lutto oggi è molto più difficile.

Cosa può essere d’aiuto a chi ha perso una persona cara?

Mentre stiamo vicini a una persona che ha avuto un lutto, non è assolutamente d’aiuto dire “Devi essere forte”. Questa frase infatti è come se imponesse uno stop al naturale fluire del dolore che ha in sé il bisogno di essere accolto, anche solo con l’ascolto e la vicinanza. Oggi, essere in grado di mostrare questa vicinanza, può essere più difficile del solito, poiché le persone, avendo paura del tema del virus, potrebbero avere la tendenza a scappare, non riuscendo ad offrire vicinanza a chi sta soffrendo. Tuttavia dare spazio a questo dolore, tanto se si è subito un lutto, tanto se si è una persona vicina a chi lo ha subito, risulta la cosa più saggia, più empatica e quindi più importante da fare. Questo perché il lutto non è un sintomo ma è una risposta fisiologica a un evento e per questo ha dei meccanismi di “guarigione” che deve seguire. Bisogna darsi il permesso di essere tristi e fare spazio al dolore, trovando dei modi, anche in queste circostanze, per non isolarsi e per poter invece condividere ricordi e dispiaceri con altre persone.

Che cosa significa dare spazio al dolore?

Innanzitutto significa essere in grado di accoglierlo, senza cercare di lottarci o di negarlo. Oltre a ciò, vuol dire anche gurdare dentro questo dolore e sentire che cosa sta dicendo. Qui c’è la spinta a ricordare la persona cara insieme agli altri. Il dolore rivendica quei bisogni che questo contesto, privo di una vera commemorazione, non ha potuto dare.

Ci possono essere altri modi per occuparsi di questi bisogni?

Per chi pensa possa essere utile, seguire questo dolore potrebbe significare creare delle forme di commemorazione diverse e condivise con altre persone. Si aggiunge un sorriso su un volto bagnato di lacrime quando nel dolore che stiamo provando arriva un bel ricordo o quando qualcuno ci ricorda i pregi e le cose belle della persona cara scomparsa. Queste sono ritualità che sono contenute in una normale funzione.

Quali potrebbero essere delle forme di commemorazione non convenzionali? 

A casa, con i familiari più stretti con cui si vive, si potrebbe creare un momento che potremmo chiamare “cerimoniale”, anche se non lo sarà nel modo classico e convenzionale. Sarà dedicato alle preghiere e ai ricordi e ai pensieri rivolti alla persona cara. Credo che possa essere d’aiuto anche dedicare alla persona cara uno spazio online da condividere con chi si voglia. Qui gli altri potranno esprimere vicinanza verso i familiari e questo potrebbe aiutare a non sentirsi isolati nel dolore. Condividere qualcosa di bello con gli altri è ciò che ci può aiutare ad aggiungere sorrisi sulle lacrime. Nel momento di dolore risultano molto importanti per la persona che è in lutto, i ricordi positivi e la stima che gli altri nutrono verso la persona che è venuta a mancare. Questi canali potrebbero rappresentare un modo per non privarsi di questi aspetti.

La causa della scomparsa di una persona cara oggi potrebbe essere un tema delicato per molti e per questo c’è il rischio che, ancora di più di come succede in contesti normali, non si parli del lutto e si scelga il silenzio. 

È vero, oggi la reazione di chiudersi nel silenzio, è più probabile del solito. Tuttavia trattare il tema come un tabù, non parlarne in famiglia o con altri potrebbe creare dei blocchi nell’elaborazione del lutto. Tutto ciò che abbiamo esposto, fare spazio al dolore, creare delle forme alternative di commemorazione, poter parlare dell’accaduto e della persona persa, condividere ricordi su di lei con altri, tutto ciò può aiutare a scorrere lungo le fasi di elaborazione del lutto favorendo il suo naturale decorso.