
Depurazioni fatte male, foci di fiumi e canali inquinate, luoghi completamente abbandonati a se stessi in pessime condizioni da oltre 10 anni.
I risultati delle due campagne di Legambiente che ogni anno fanno il giro di 18 regioni italiane per analizzare le acque costiere (Goletta Verde) e quelle interne (Goletta dei Laghi) ancora una volta accendono i riflettori sulle problematiche di cui moltissimi luoghi, anche tra i più belli del Paese, sono sottoposti.
Un’analisi, condotta da 300 volontari, che ha lo scopo di fornire ad autorità e istituzioni gli strumenti per poter agire con controlli, monitoraggi e interventi ambientali su zone già identificate come inquinate o a rischio ambientale.
Quest’anno i punti analizzati sono stati complessivamente 389, in mare e in 34 laghi italiani. Qui, l’infausto bilancio. Un punto su tre, infatti, presenta inquinamento oltre i limiti di legge.
"Su 263 campioni prelevati lungo le coste marine dai volontari di Goletta verde, 22 punti sono stati giudicati inquinati mentre ben 70 punti sono risultati fortemente inquinati: complessivamente oltre i limiti di legge quindi il 35% del totale", si legge sul sito dell'iniziativa.
A essere particolarmente vessate da una situazione ambientale precaria sono le foci dei fiumi e dei canali, inquinate nel 58% dei casi. Qui, infatti, è dove vengono trasportati batteri e acque sporche derivate da mancate depurazioni degli scarichi fognari, che vanno poi a finire in mare o in generale nei bacini acquatici.
In più sono stati anche individuati alcuni punti che vivono una situazione di inquinamento costante e immutato, per la precisione 32 punti, ribattezzati “malati cronici”, in 13 regioni rimasti inquinati da 10 anni a questa parte senza alcun tipo di intervento.
Il problema principale, come già accennato, è individuato da Legambiente nella cattiva e inadeguata depurazione di gran parte degli scarichi fognari. Una situazione per cui l’associazione chiede un intervento anche tramite l’uso dei fondi del PNRR.