
Un ripensamento dietro l’altro, poi la decisione finale. Nei prossimi giorni 10mila visoni presenti negli allevamenti dei Paesi Bassi, dove sono stati segnalati casi di Sars-CoV-2, saranno uccisi per evitare la diffusione del contagio. Il provvedimento per il loro abbattimento era stato inizialmente bloccato, ma alla fine si è scelto di ucciderli.
Secondo le autorità locali i mammiferi, cresciuti negli allevamenti per un destino poco felice (diventeranno delle pellicce), sarebbero un vero pericolo per lo spillover, cioè il salto di specie del virus dall’animale all’uomo. Adesso, però, arriva una vera e propria doccia fredda visto che i giudici hanno scelto di far uccidere questi esemplari.
Il 3 giugno il Ministero dell’Agricoltura dei Paesi Bassi aveva annunciato di voler abbattere oltre 10mila visoni in alcuni allevamenti dove erano stati segnalati casi di Sars-CoV-2, poi il dietrofront. La sospensione è durata ben poco però visto che, nel giro di brevissimo tempo, sono state avviate le procedure per l’abbattimento dei primi visoni con il monossido di carbonio.
Gli animalisti non hanno di certo apprezzato la scelta e si sono detti contrari a questi metodi.
Il presidente di Oipa Italia, Massimo Comparotto, ha commentato la vicenda accaduta in un’altra nazione parlando anche degli animali presenti nel nostro Paese. “La vicenda avrebbe potuto avere un esito diverso, in nome del rispetto per gli animali. Ci appelliamo al Governo italiano – si legge nella nota – affinché decida la chiusura di tutti gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia, purtroppo ancora attivi in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo, prevedendo il recupero e la riabilitazione degli animali”.