Nel Mar Mediterraneo aumentano le specie aliene e muoiono quelle autoctone. Il 2° report Mare Caldo ti spiega perché

La temperatura dei nostri mari è sempre più alta e gli scenari che si prospettano non sono rassicuranti. Il report Mare Caldo 2022 di Greenpeace in collaborazione con l’Università di Genova ti spiega perché.
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Francesco Castagna 30 Maggio 2022

Sapevi che dal 2019 ogni anno Greenpeace collabora con l'Università di Genova a un report che analizza la temperatura dei nostri mari? Quest'anno è uscito il secondo report Mare Caldo, realizzato grazie a una rete costiera di stazioni di monitoraggio degli impatti che i cambiamenti climatici hanno sui mari.

Le temperature vengono misurate in circa una decina di aree marine protette. Grazie a queste misurazioni si possono comprendere gli andamenti stagionali delle temperature delle acque a seconda della latitudine e a capire se ci sono delle anomalie termiche. Per il secondo report sono state analizzate le aree di Miramare, Portofino, Isola d’Elba, Isola dell’Asinara, Isole di Ventotene e Santo Stefano, Torre Guaceto, Capo Carbonara e Plemmirio.

Dalle analisi in profondità dei ricercatori del dipartimento universitario DistaV, è stato registrato un picco delle temperature nell'area protetta di Miramare. I dati relativi alla zona riportano una temperatura a 17m dal livello del mare di circa 14°C, rispetto alla media di 10°C. Gli esperti però segnalano che potrebbe trattarsi anche di un malfunzionamento del sensore di rilevamento. Mentre a Portofino i ricercatori hanno visto che le temperature hanno prevalentemente mantenuto il loro normale andamento, tranne per il mese di Giugno 2020, quando la temperatura dell'acqua era superiore di circa 1°C rispetto al 2021.

Le evidenze di queste temperature marine si possono osservare sulle specie animali e vegetali che abitano i mari, ci sono dei picchi, chiamati shock termici, che se non lo sapevi, risultano molto dannosi per gli organismi.  Se hai mai avuto la fortuna di osservare una barriera corallina forse avrai fatto caso al colore più sbiadito di alcuni coralli. L'effetto sbiancamento è un segnale d'allarme della salute dell'ecosistema marino. Se il corallo perde il suo colore vivace, va incontro a necrosi, quindi alla morte delle cellule.

Nel report si segnala un aumento delle specie aliene nelle acque, che si adattano meglio a temperature più alte, mentre le specie autoctone del Mediterraneo stanno sparendo progressivamente. Le cause non sono riconducibili direttamente all'innalzamento delle temperature marine, ma sicuramente questo è un rischio per gli organismi più deboli. Infatti, la gorgonia, le alghe coralline e le spugne mostrano chiari segni di sofferenza alle temperature più alte. Inoltre viene segnalata la presenza di specie aliene come il vermocane nelle aree meridionali, e il mollusco cefalospideo alieno, tipico della Polinesia e osservato per la prima volta nei pressi dell'Isola d'Elba.

Secondo l'ong Greenpeace: "Il confronto dei dati del 2021 con l’anno precedente ha permesso di individuare un’anomala e repentina ondata di calore a giugno 2020 all’Isola d’Elba e all’Area marina protetta di Portofino, con temperature che in pochi giorni e per un periodo di tre settimane hanno registrato un aumento di circa 1,5°C rispetto al valore medio mensile, fino a 35-40 metri di profondità".

Di certo in pochi anni non è possibile giungere a conclusioni affrettate sulle temperature del mar Mediterraneo, ma possiamo dire consapevolmente che se questa è la tendenza dobbiamo fare il possibile per invertirla, e per Greenpeace un abbandono dei combustibili fossili sarebbe un ottimo inizio.