4 oggetti umani spaventosi ormai completamente sommersi

Sui fondali dei mari e degli oceani del nostro Pianeta oggi sopravvivono un’infinità di oggetti umani che un tempo, invece, erano stati pensati per la superficie. Si tratta di statue, mezzi di trasporto, edifici e monumenti che per varie ragioni, incidenti o devastanti eventi climatici, sono invece finiti per sempre nelle profondità dell’oceano.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Settembre 2024

È vero: quello della città sommersa di Atlantide è solamente un mito che nel corso del tempo ha alimentato un numero infinito di libri, film e fumetti.

Sui fondali marini tuttavia oggi sopravvivono davvero oggetti umani che un tempo toccavano la terra emersa, venivano accarezzati dal tocco del vento o sfrecciavano sopra le nuvole e che poi, per varie ragioni, sono invece finiti per sempre nelle profondità dell’oceano.

Sto parlando di statue, mezzi di trasporto, edifici e monumenti che da quando sono stati sommersi da quantità di acqua non fanno altro che terrorizzare turisti di tutto il mondo.

È diffusissima infatti la cosiddetta “submechanophobia”, ovvero la paura degli oggetti realizzati dall’uomo sommersi sott’acqua. Una fobia apparentemente bizzarra che però ha un’origine ben precisa nel nostro inconscio.

Chi ha paura di ciò che c’è (e non vede) sott’acqua teme di poter fare la stessa fine: affondare ed essere sommerso dall’acqua proprio come quegli oggetti.

Questa fobia è diffusissima anche perché tra incidenti ed eventi climatici devastanti, sono molti gli oggetti umani che oggi vivono sui fondali marini. Vediamone quattro insieme.

Il cimitero sommerso

A dirla così, chi non ne avrebbe paura? Quello di cui sto per parlarti tuttavia è a tutti gli effetti un cimitero sommerso.

Si trova nelle acque del mare di Bohol, nelle Filippine ed è il risultato della devastante eruzione del vulcano Hibok-Hibok che nel 1871 sommerse il villaggio di Catarman.

La zona cimitero venne interamente ricoperta da lava e sprofondò nel mare. Nell’esatto punto in cui si trovavano le tombe oggi è stata riposta un’enorme croce commemorativa bianca.

Insieme alla storia che ti ho appena raccontato e a ciò che custodisce sotto il pelo dell’acqua, questo cimitero sommerso può effettivamente far salire più d’un brivido sulla schiena.

Le statue di Jason deCaires Taylor

A volte, le opere umane che vivono sul fondo del mare sono la conseguenza di un incidente, altre volte di una scelta ponderata e artistica.

È il caso di Jason deCaires Taylor, un artista e ambientalista che ha ha scelto di promuovere e difendere la vita marina realizzando vere e proprie sculture subacquee.

Prendendo ispirazione da membri delle comunità che abitano le rive di un determinato tratto di mare, Taylor crea dunque installazioni che vivono letteralmente sui fondali marini e che con il passare del tempo si trasformano diventando nuovi habitat per la fauna e la flora del mare.

Nei fondali dei mari del nostro Pianeta sono disseminate già di 1.200 opere d’arte che riproducono tra gli altri anche temi legati alla lotta alla crisi climatica e la rigenerazione degli ambienti marini.

Immergersi nelle profondità del mare e ritrovarsi di fronte a un uomo immobile seduto a una scrivania o un fanciullo sdraiato su un tavolo, effettivamente, può spaventare. Anche la semplice idea di saperli sotto i nostri piedi.

L’areo sommerso

Se sei fan di una leggendaria serie TV che racconta di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo inchiodati su una misteriosa isola deserta, allora questo spaventoso fantasma dei fondali solleticherà la tua immaginazione.

Nelle acque del Golfo di Aqaba, in Giordania, giace il relitto di un enorme aereo da trasporto C-130 Hercules. Dorme lì, appoggiato a 300 metri dalla costa e a circa 16 metri di profondità dal 2017, da quando cioè è stato deliberatamente affondato a scopi ambientali.

L’idea delle autorità guidate dal Re Abdullah II prevedeva di sfruttare i suoi 30 metri di lunghezza e i 40 di apertura alare per creare una gigantesca e robusta barriera corallina artificiale in cui i pesci possano vivere.

Chi no soffre di submechanophobia si è dotato di pinne bombole e ha fatto di questo aereo la meta di una gita turistica fuori dall’ordinario, ancora di più dopo il 2020, quando una strana e fortissima tempesta ha spezzato la struttura in due. Proprio come nella famosa serie di cui sopra.

Il fascino sinistro non gli manca, insomma.

La figlia della guerra

A proposito di cimiteri, sai anche tu che i fondali marini oggi sono le tombe di tantissimi relitti delle varie guerre che, ahimè, hanno segnato il nostro Pianeta. Tra questi c’è quello del Titanic, famosissimo, e anche quello meno noto ma altrettanto affascinante della SS President Coolidge.

Varata il 21 febbraio del 1931, fu la più grande nave passeggeri mai costruita in America. La SS President Coolidge poteva vantare una lunghezza di 200 metri per 25 di larghezza e un peso di oltre 21mila tonnellate.

Con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale e la necessità di trasportare armi e truppe da una parte dall’altra del globo, anche la SS President Coolidge venne arruolata nella marina statunitense.

Il 15 luglio del 1941 salpò da Honolulu in direzione Manila e traghettò truppe al fronte fino al 7 dicembre di quell’anno, quando sul Giappone attaccò la base arenavate di Pearl Harbor. Il 6 ottobre dell’anno successivo poi, prese il largo da San Francisco per la Nuova Caledonia ed Espiritu Santo a Vanuatu e questo fu l'ultimo viaggio della nave.

Il 26 ottobre 1942 infatti urtò una mina americana che esplose danneggiandola in modo irreparabile. La nave affondò e da allora resta lì, aperta agli occhi di subacquei e turisti.