L’impatto ambientale delle nostre scelte è cruciale per salvare il pianeta e di tempo per cambiare ce n’è davvero poco, ma ancora ci pariamo dietro a bugie più o meno creative pur di resistere ai cambiamenti. Siamo onesti, smettiamo di mentirci e iniziamo a cambiare tutti insieme: è l’unica scelta possibile da fare.
Al pari dei geroglifici e della Stele di Rosetta, i simboli dei termostati per regolare il riscaldamento non sono di facile interpretazione. Eppure fra le contorte linee che si intrecciano per formare un illeggibile simbolo ce ne sono alcune a prova di bambino: i numeri. La temperatura che si segna sul termostato è quella che si ritrova in casa. Quindi, se si impostano 22 gradi, la caldaia smette di lavorare quando i sensori del termostato rilevano 22 gradi. Inequivocabile. Non raccontiamoci la bugia che per avere 22 gradi in casa bisogna metterne 26. Se ci piace girare per casa a piedi nudi e canottiera, facciamolo solo in estate: in inverno teniamo una temperatura confortevole intorno ai 19 o 20 gradi, evitiamo di tenere le finestre aperte per cambiare aria per più di pochi minuti e sostituiamo la nostra caldaia se è più vecchia di 10 anni. Le nuove tecnologie sono più performanti in fatto di impatto ambientale e risparmio energetico (e garantiscono una bolletta più leggera): si possono scegliere soluzioni green con ridotte emissioni di anidride carbonica e si può godere dei bonus fiscali per l’efficientamento energetico.
Il 97% della comunità scientifica ha dimostrato che il Global Warming è di origine
antropica. Eppure esiste un 3% di scienziati, di cui alcuni non specializzati nel settore, che sostengono il contrario. È vero che la maggioranza non è determinante per la scienza, ma sono i dati incontrovertibili a fare la differenza.
Tuttavia se non si è competenti in quella materia, si può sbagliare. Sarebbe interessante chiedere a quel 3% di scienziati non specializzati in climatologia, se si farebbero mai curare una frattura al braccio da un gastroenterologo. Anche noi, quindi, non usiamo la mancanza di unanimità della comunità scientifica per giustificare i nostri comportamenti dati solo dalla pigrizia. Pensiamo piuttosto che usare risorse rinnovabili sarebbe già un passo in avanti per il rispetto del pianeta stesso.
Seguiamo tutti i corsi fitness della palestra, eppure per uscire di casa e andare in ufficio anche solo per 400 metri, prendiamo l’auto. La scusa delle scarpe che qualcuno ha già usato (parliamo dei The Jackal con ENGIE) non è davvero credibile. Inventiamocene un’altra, oppure prendiamo le scarpe da running, corriamo in ufficio e cambiamoci: i mocassini saranno salvi, ma anche il pianeta.
Questa, come bugia ecologica, è molto famosa… Inquiniamo pure, tanto un po' di caldo in più che male ci fa? Il problema è che l’aumento delle temperature è solo uno degli aspetti che influiscono sull’equilibrio del pianeta. Chi vede il riscaldamento globale come un’occasione in più per andare al mare, o per avere inverni più miti, dovrebbe entrare nell’ordine di idee che le amate spiagge e alcune isole ora osannate per bellezza potrebbero sparire per l’innalzamento del livello del mare causato dallo scioglimento dei ghiacci. Così, giusto per dirne una.
Serata con amici, vino rosso, un disco di sottofondo e un bel camino a riscaldare l’atmosfera. Bello, eh? E chissà quanti punti guadagnati ai loro occhi. Dispiace rompere l’incanto del momento, ma la legna, anche se è un combustibile rinnovabile, produce pericolosi inquinanti, aumenta il livello di polveri sottili nell’aria e soprattutto, se non usata bene, non produce il giusto calore. Allora meglio farlo rarissimamente ossia quando è indispensabile recuperare il rapporto con la fidanzata aggiungendo una cena romantica alle classiche scuse. Per il resto, lasciamolo spento.
Insieme si può cambiare. Più siamo, meno pesiamo (https://casa.engie.it/personal-carbon-footprint)