A 106 anni si rompe il femore, viene operato e torna in piedi dopo 2 giorni: è la storia del soldato Antonio

Antonio Bragato ha 106 anni e recentemente è stato operato con successo per una frattura del femore, al punto che dopo due giorni di ricovero è già stato rimesso in piedi. Non è la prima sfida che l’ultracentenario di Portogruaro affronta e viene: nel ’43 era stato deportato in un campo di concentramento vicino a Stoccarda.
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Kevin Ben Alì Zinati 5 Febbraio 2024
* ultima modifica il 05/02/2024

Si rompe il femore, viene portato in ospedale e sottoposto a un intervento chirurgico, dopo due giorni è già in piedi sulle proprie gambe. I contorni di questa storia, detti così, appaiono regolari e normali.

Questo finché non vieni a scoprire che il protagonista si chiama Antonio Bragato e ha già spento 106 candeline.

L’ultracentenario è stato ricovero all’ospedale di Portogruaro, in provincia di Venezia, dove è stato operato per una frattura femorale che, a quell’età, poteva davvero compromettere la sua salute, non solo la sua capacità di movimento.

E invece Antonio ha vinto anche questa sfida. Sì, perché nella sua vita, di cose, ne ha dovute affrontare parecchie. Come una detenzione in un campo di concentramento a Heilbronn, nei pressi di Stoccarda.

Durante la Seconda Guerra mondiale Antonio fu tra i soldati che combatterono sul fronte jugoslavo, dove fu ferito. A causa di quelle ferite trascorse 40 giorni all’ospedale di Fiume.

Tornato sul fronte nel 1943, venne catturato dai tedeschi e fatto prigioniero fino all’arrivo degli Alleati, che lo liberarono insieme a migliaia di altri soldati.

Un’operazione al femore, a 106 anni, ha quindi spaventato Anotnio, ma fino a un certo punto. “Gli interventi chirurgici che interessano persone ultracentenarie sono decisamente pochi – ha spiegato il dottor Stefano Saggin, direttore dell'Ortopedia di Portogruaro – In questo caso ci siamo trovati di fronte a una vera forza della natura, sia dal punto di vista fisico che mentale”.

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In questi casi, la chirurgia interviene per ricomporre la frattura e fissarla con una placca oppure più frequentemente un chiodo. Le fratture del collo del femore vengono invece trattate con una protesi.

Antonio non intendeva rinunciare alla sua mobilità per la frattura del femore, così ha messo in campo determinazione e coraggio e ha deciso di dire sì all’intervento. A distanza di due giorni i medici, con grandissimo stupore, l’hanno rimesso in piedi.

L'equipe di ortopedia lo ha seguito sin dal primo giorno di ricovero, le sue condizioni fisiche sono tutt'ora buone quindi a breve verrà dimesso e poi dovrà fare della riabilitazione per riprendere le funzionalità dell’arto. E alla fine, Antonio supererà anche questa.

Fonte | Ansa

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