A causa della siccità le vongole nel Mar Mediterraneo sono sempre più introvabili (e quindi più costose)

Le vongole nel Mediterraneo e lungo i delta dei nostri fiumi stanno soffrendo il caldo. Le conseguenze sono sia a livello ambientale che economico per tutto il settore dei pescatori e della ristorazione. Le alte temperature hanno accelerato la proliferazione delle alghe.
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Francesco Castagna 5 Agosto 2022

A lanciare l'allarme della scomparsa delle vongole in Italia è l'Associazione CIA – Agricoltori Italiani. Sempre più costose e introvabili, questi molluschi muoiono a causa di un fenomeno chiamato "acque bianche". In sostanza, le alte temperature e la siccità causano la proliferazione delle alghe.

Quando marciscono, le alghe liberano sostanze tossiche che sbiancano  l’acqua togliendogli ossigeno. Si viene a creare quindi una situazione di anossia, in grado di uccidere sia i pesci che le vongole. L'unica differenza è che i pesci possono muoversi e salvarsi, mentre le vongole hanno il destino segnato.

Il caldo di questi ultimi mesi è fuori norma. Gli habitat dove vivono le nostre specie marine soffrono temperature troppo elevate. A maggio e giugno, come sai, i nostri fiumi hanno sofferto una situazione di siccità record rispetto agli altri anni precedenti.

Queste temperature hanno messo in crisi gli operatori che lavorano nel settore del commercio ittico.  Per la CIA – Agricoltori Italiani "si stima un 35% di molluschi morti negli specchi d’acqua stretti fra il Delta del Po e l’Adriatico, habitat ideale per la vongola verace che dal Polesine arriva, poi, sulle tavole di tutti gli italiani".

Una situazione del genere potrebbe portare a un aumento dell'export dei prodotti ittici dalla Grecia o dalla Turchia. Ma secondo l'associazione l'85% dei consumatori italiani preferisce la lavorazione italiana rispetto alle altre. Il motivo è che i controlli sono più seri e serrati.

Gli italiani infatti ricordano ancora il caso della salmonella nelle vongole importate dal Vietnam.

Le conseguenze sarebbero quindi sia di tipo ambientale che economico. Se ora un piatto di pasta allo scoglio lo paghi un massimo di 12 euro, ora il piatto più amato dagli italiani potrebbe arrivare a costare fino a 14 euro. Il rischio è un calo dei consumi del 50%, come denunciano già le associazioni del settore.

CIA afferma infatti che "Sono 1.500 aziende per una produzione di circa 95mila tonnellate annue (dato PescAgri-Cia), che lamentano il rischio di mancati redditi per decine di milioni".