A Firenze arriva il cashback solidale, che aiuta negozi e associazioni. La storia di Francesca e del progetto Ok!missDora

Mettere in rete consumatori, negozi di vicinato e associazionismo del territorio. Con questo obiettivo, lo scorso ottobre è nato a Firenze un progetto innovativo di “cashback solidale”. Si tratta una sperimentazione nell’ambito dell’economia circolare, che vuole far rinascere le attività economiche e sociali dei quartieri. Abbiamo intervistato Francesca Maleci, una delle fondatrici del progetto Ok!MissDora, per farci spiegare di cosa si tratta.
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Michele Mastandrea 15 Febbraio 2022

Li hai visti lavorare senza sosta, mentre l'Italia era chiusa in casa per contenere il diffondersi della pandemia. In quei mesi durissimi abbiamo riscoperto l'importanza dei negozi di vicinato, quelli a pochi minuti da casa che hai imparato a conoscere e a (ri)frequentare, al posto dei grandi e affollatissimi centri commerciali.

Sarà capitato anche a te durante il primo lockdown del 2020 di riflettere sulle trasformazioni del quartiere dove abiti. Non sei stato il solo. “Vedevamo rinascere le piccole attività, in particolare alimentari, che si erano organizzate e sopperivano ai problemi della grande distribuzione, alle lunghe file, alle merci che finivano. Vedevamo il ritorno al dialogo con il vicino di casa, i discorsi al balcone. Così abbiamo pensato di prendere il bene di quella situazione, il ritrovato senso di comunità”. Francesca Maleci, fondatrice del progetto Ok!MissDora, torna ai primi mesi di restrizioni per spiegare perché lei e la sua concittadina Gloria Ballariano abbiano sviluppato il loro progetto di “cashback solidale”. Si tratta di una nuova start-up nel campo dell'economia circolare, che mira a coinvolgere cittadini, attività di vicinato e associazioni. Ma come funziona? E soprattutto, ti chiederai, chi è questa Miss Dora?

Francesca Maleci (a destra) insieme a Gloria Ballariano (a sinistra), fondatrici del progetto

Una nuova idea di cashback

Francesca è fiorentina, di professione fa la consulente del lavoro. E' originaria del Quartiere 4, dove è al momento operativo il progetto pilota di questa nuova piattaforma digitale. Un quartiere "molto piccolo e popolare”, spiega Francesca, che proprio sul sostegno all'economia di vicinato ha fondato la sua iniziativa.  "La nostra zona è in forte declino rispetto a prima, le botteghe non riescono a essere competitive. Da qui l’idea di provare a rilanciare queste attività”. Uno scenario tipico di molte città, magari anche della tua, dove le grandi catene presenti ormai in ogni settore hanno portato molte attività locali sull’orlo del fallimento. Spesso trascinandosi dietro anche la vitalità dei quartieri in cui si trovano. Proprio per questo il progetto, aggiunge la sua ideatrice, potrebbe essere riproducibile ovunque.

La novità di Ok!MissDora consiste nell’aggiungere alle classiche figure del cashback (consumatore e negoziante), un terzo attore, l’associazionismo. Una parte del cashback va infatti a te nel momento in cui fai acquisti in attività di vicinato, mentre un’altra è devoluta in favore di un’associazione, scelta sempre da te quando ti registri all’applicazione. Inoltre, puoi scegliere di destinare questa somma a un’ente già registrato al progetto, ma anche sceglierne uno nuovo.

Un guadagno economico, ma anche culturale

Per te il guadagno sarebbe dunque non solo economico, ma anche culturale. Potresti contribuire a mantenere in vita reti sociali che rischiano di essere allentate. “La nostra idea è che l’economia locale tenga insieme tutto un quartiere. Ragionando sul progetto, abbiamo concluso che non poteva essere solo qualcosa di legato all'economia, ma anche uno sforzo socio-culturale”, prosegue Francesca. Non mancano comunque le difficoltà. “Non è una novità facile da recepire, e molti ritengono questo un momento complicato per questo tipo di innovazioni”, aggiunge.

Ma allora, vorrai sapere, chi è Miss Dora? “E’ la metafora di un'anziana signora del quartiere, sempre pronta a dare consigli, la memoria storica della zona”, sottolinea Francesca. “Tramite la sua figura vorremmo ritornare a un quartiere in cui si vivono le piazze, in cui i bambini non sono per forza in casa a giocare alla Playstation, ma hanno anche opportunità di vita sociale diverse”. La parola d'ordine è inclusività: “Puntiamo a far sì che le associazioni culturali o sportive coinvolte possano in futuro istituire, ad esempio, borse per ragazzi non abbienti. Facendo in modo che la retta sia pagata, almeno in parte, tramite il cashback". Chissà allora se sulle ceneri del Cashback di Stato, fermato  dopo sei mesi di sperimentazione, non possa nascere una sua versione centrata sulla sostenibilità.