La riapertura delle scuole è sempre più vicina e gli istituti già da tempo hanno iniziato a organizzarsi per rendere la didattica ai tempi del Covid sicura e allo stesso tempo più piacevole possibile. Un’impresa decisamente poco semplice, che tuttavia può essere agevolata da vari espedienti, a cui magari in passato si era pensato ma che finalmente hanno l’occasione di essere messi in pratica. Uno di questi è l’orto didattico. Milano, questa potenzialità, l’ha capita presto e molto bene. Forte dell’esperienza dei giardini condivisi, in cui aree verdi pubbliche sono state assegnate tramite bando a realtà ed associazioni operanti sul territorio che se ne prendono cura, la pubblica amministrazione del capoluogo lombardo ha deciso di favorire la realizzazione all’interno degli istituti scolastici, dai nidi alle medie, di orti didattici in cui trascorrere del tempo all’aria aperta e nel pieno rispetto del distanziamento sociale.
Al momento nel territorio metropolitano ce ne sono già 107, così suddivisi:
Di tutti questi, 20 sono completamente fai da te, curati e mantenuti in totale autonomia, 36 sono nati e gestiti grazie all’aiuto di professionisti del settore e gli altri invece sono gestiti da volontari. E i numeri sono destinati ad aumentare, grazie anche alla spinta comunale che ha pubblicato sul proprio sito delle “Linee guida per gli orti didattici nelle scuole milanesi”, una sorta di vademecum per aiutare dirigenti scolastici e insegnanti ad avviare un progetto di orto didattico riportando costi, tipologie ed esempi di successo da cui prendere spunto per valorizzarlo al meglio.
Sul sito del Comune dedicato all’iniziativa, viene segnalato che “il progetto deve mettere insieme diverse materie, come scienze, matematica, educazione civica, geografia, letteratura e arte. La realizzazione permetterà a bambini e ragazzi di sviluppare competenze sociali, di rafforzare il lavoro di gruppo e la responsabilità individuale, di favorire dialogo e scambio intergenerazionale e fornirà, soprattutto ai più grandi, elementi per valutare la sostenibilità nel tempo di un’iniziativa e gli aspetti imprenditoriali ad essa legati. Ultimo, ma non meno importante in una città che vuole ripensare anche ai suoi tempi, è che la realizzazione di un orto può insegnare il valore dell’attesa dei tempi della natura.”
Insomma, non soltanto uno spazio in cui trascorre del tempo nella natura, ma anche e soprattutto un nuovo luogo in cui imparare, lontano dalle quattro mura di un’aula, che permetta una visione dell’apprendimento più libera ed efficace anche solo grazie alla vista del cielo sopra la testa al posto di luci al neon.
Fonte | Comune di Milano