A Milano prende il via la Youth4Climate. I giovani di tutto il mondo alzano la voce: “È finito il tempo delle chiacchiere”

L’evento, al quale partecipano quasi 400 giovani provenienti da 197 precede la pre-cop26, che a sua volta preparerà il terreno alla Cop26 di Glasgow. Nel capoluogo lombardo è arrivata anche l’attivista svedese Greta Thunberg che ha strigliato ancora una volta i leader mondiali: “Tante belle parole, ma per il momento nessuna azione. Le nostre speranze annegano nelle loro vane promesse”.
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Federico Turrisi 28 Settembre 2021

Sono iniziate le "cinque giornate" di Milano dedicate all'ambiente e al clima. Il capoluogo lombardo infatti, come saprai, ospita da oggi fino al 30 settembre la Youth4Climate (quella che è stata ribattezzata la Cop dei giovani), a cui seguirà, dal 30 settembre al 2 ottobre, la pre-Cop26, l'evento che prepara ufficialmente alla Cop26 di Glasgow che si terrà il prossimo novembre. Sono quasi 400 i giovani arrivati da tutto il mondo, due per ciascuno dei 197 Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (nota con la sigla Unfccc).

Tra i relatori della sessione mattutina della Youth4Climate c'era anche Greta Thunberg, che prima del suo discorso ha avuto l'occasione di confrontarsi brevemente con il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Anche in questa circostanza la giovane attivista svedese ha duramente attaccato i grandi del pianeta: "Dai nostri cosiddetti leader finora sono arrivate tante belle parole, che però non hanno portato a nessuna azione. Le nostre speranze e i nostri sogni annegano nelle loro promesse. Sono 30 anni che sentiamo chiacchiere".

Già in apertura dei lavori, il ministro Cingolani aveva in qualche modo anticipato la risposta alle accuse dell'ispiratrice del movimento Fridays for Future: "La crisi climatica e le disuguaglianze sociali globali devono essere trattati insieme, non esiste un'unica soluzione. Spero che oltre a protestare, cosa che è estremamente utile, ci aiuterete – ha detto il ministro – a identificare nuove soluzioni; è questo che ci aspettiamo da voi".

Il punto più alto a livello emozionale è stato toccato però con il discorso di Vanessa Nakate, attivista di Fridays for Future Uganda. L'attivista africana ha descritto, con grande trasporto e passione, quali sofferenze è costretta a subire la popolazione del suo Paese a causa della crisi climatica. "L'Africa è responsabile per il 3% delle emissioni globali, ma soffriamo l'impatto dei cambiamenti climatici più di tutti gli altri Paesi. Ci saranno milioni di rifugiati climatici. Chi pagherà per tutto questo? I leader devono smettere di parlare e iniziare ad agire. Basta inutili conferenze. E non dimenticatevi di ascoltare le popolazioni più colpite".

Al termine delle sue parole, la platea si è alzata in piedi e Vanessa si è abbandonata a un pianto dirotto, consolata dalla "collega" Greta Thunberg al suo fianco. Quello che forse non è ancora chiaro ai Paesi occidentali più ricchi, ma chiarissimo agli abitanti dei Paesi in via di sviluppo, è che la crisi climatica ha e avrà delle conseguenze devastanti sulla società. Dobbiamo renderci conto che tutti noi sentiremo gli effetti dell'inazione politica sulle questioni ambientali. Per questo i governi devono assumersi le loro responsabilità e intervenire subito, fissando obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra.