
A prima vista potrebbe sembrare nebbia, ma la foschia che in questi giorni ha avvolto diverse aree della Cina settentrionale è l’evidenza di un alto tasso di inquinamento atmosferico. Tant’è che oggi le autorità hanno deciso di interrompere le lezioni di educazione fisica e le attività all'aperto nelle scuole della capitale, di vietare l’accesso ai parchi giochi urbani e di chiudere al traffico alcuni tratti di autostrade che portano alle principali città, tra cui Shanghai, Tianjin e Harbin.
Il traffico è stato interrotto proprio a causa della scarsa visibilità che in alcune aree è addirittura ridotta a meno di 200 metri e per la preoccupante concentrazione di polveri sottili nell'atmosfera (particelle Pm2.5 a quota 204 che indica un livello di qualità dell'aria "decisamente malsano", quando l'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda livelli massimi pari a 15).
Come riporta Ansa, secondo quanto dichiarato dalle autorità di Pechino, questa situazione è dovuta a "condizioni meteorologiche sfavorevoli e diffusione dell'inquinamento regionale". Va oltretutto detto che negli ultimi tempi la Cina ha aumentato la produzione di carbone di un milione di tonnellate in seguito ad una crisi energetica provocata da rigidi obiettivi di emissioni e prezzi record del combustibile fossile.
Secondo i funzionari della capitale è molto probabile che la cappa di smog che ha avvolto Pechino persista fino a sabato sera.