A Pietramelara (Caserta) case messe in vendita a un euro per far rivivere il borgo medievale

Con il progetto “Case a 1 euro” si intende incentivare l’acquisto di immobili (generalmente vecchi e fatiscenti) nel centro storico per contrastrare il degrado e lo spopolamento in uno dei paesi più suggestivi della provincia casertana, ma anche promuovere un modello di turismo lento che permetta di valorizzare l’identità storico-culturale del borgo.
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Federico Turrisi 3 Marzo 2021

Se ti capita di andarci, non potrai non rimanere affascinato dalla bellezza di Pietramelara, tipico borgo medievale che conta poco più di 4.700 abitanti, nella provincia di Caserta (in Campania): camminando tra i suoi vicoli stretti sembra che il tempo si sia fermato. Il grigio della pietra si abbraccia con i colori scintillanti delle lastre di ceramica sparse per la cittadina e con il verde delle piante che spuntano fuori dai portoni e dalle finestre dei pochi residenti. Ma c'è una minaccia che incombe su questo incantevole borgo: lo spopolamento rischia di consegnarlo al degrado.

Proprio per preservare e dare nuova linfa vitale al centro storico, il Comune di Pietramelara ha deciso di lanciare il progetto "Case a 1 euro". L'iniziativa non è nuova e altri borghi d'Italia, soprattutto nel Centro-Sud, propongono la vendita delle case dei loro centri storici a un euro per scongiurare il fenomeno della desertificazione abitativa. Ma in che cosa consiste esattamente? In sostanza, chiunque lo desideri – tra cittadini privati, ditte individuali, cooperative o società – potrà acquistare un immobile al prezzo simbolico di un euro, a patto però di sostenere tutte le spese per la redazione dell’atto di cessione, predisporre un progetto di ristrutturazione e recupero e iniziare i lavori entro un termine dalla data di acquisto. Stiamo parlando comunque di opere di non poco conto, visto che nella maggior parte dei casi si tratta di edifici molto vecchi e fatiscenti.

Il perno dell'iniziativa di Pietramelara è proprio l'incontro tra acquirente e venditore attraverso la mediazione del Comune, con agevolazioni per chi si trasferisce nel borgo e con la convenienza per i venditori di liberarsi degli oneri della ristrutturazione. La volontà dei promotori del progetto è non solo quella di recuperare fisicamente il borgo, ma anche la sua identità storico-culturale, attraverso un modello di turismo lento che consenta di "vivere il posto" e di conoscerlo più a fondo, non più superficialmente e magari di sfuggita.

"Ripopolare la parte antica del paese, recuperando la bellezza antica dei luoghi per fare rivivere territori ancora incontaminati, immersi nel verde, e integrarsi nel tessuto accogliente e ospitale di una popolazione antica, è alla base della nostra iniziativa", si legge nel messaggio del sindaco di Pietramelara Pasquale Di Fruscio presente sul sito del Comune. "L’insediamento nei piccoli comuni può costituire una risorsa per riportare equilibrio demografico nel Paese, presidiare il territorio, contrastare l'abbandono, l'incuria e la decadenza. Salvare i borghi significa salvare l’Italia e ricostruirli significa ricostruire l’Italia". Non dimentichiamoci che sono loro, i borghi delle aree interne, tra i principali  custodi di antiche tradizioni e di monumenti ricchi di storia. Sono loro che contribuiscono in larga misura a rendere il nostro Paese il più bello del mondo.