
L’aumento dei costi di luce e gas mette a rischio le scuole dell’infanzia e degli asili paritari. Concretamente significa che alcune di queste scuole potrebbero non garantire più l'attività e quindi chiudere entro pochi mesi.
A lanciare l’allarme, poche settimane fa, è stato Giampiero Redaelli, presidente nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne (Fism), l’organismo associativo e rappresentativo delle scuole dell’infanzia non statali. Il momento di forte apprensione è dovuto al fatto che la richiesta di un piano di sostegno a queste scuole è rimasta inascoltata, dal momento che il Decreto Sostegni bis previsto dal Governo offre sostegno alle scuole dell’infanzia e degli asili nido, ma non adotta le medesime misure per le paritarie.
Eppure la Costituzione e la legge 62/2000 sono chiare nel dichiarare che il sistema scolastico nazionale è fondato sia sulle scuole paritarie sia sulle scuole statali. Come è possibile che all'improvviso lo Stato ignori la presenza e l’attività delle paritarie? Quelle stesse scuole che, nello svolgere un servizio pubblico, garantiscono la scolarizzazione di oltre il 30 per cento dei bambini nella fascia di età tra i 3 e i 6 anni, essendo frequentate da circa 500mila bambini.
Eppure, la strada per l'ottenimento di un sostegno economico concreto sembra tutta in salita. In vista della conversione in Legge del Decreto Sostegni bis, la Fism aveva proposto un emendamento specifico, rimasto tuttavia disatteso. Tuttavia, come ribadisce il Presidente Redaelli, l’intenzione rimane quella “non gravare sulle famiglie, sulle quali ricadrebbe l’inevitabile aumento dei costi riguardanti il rincaro delle bollette energetiche e gli aumenti provocati dall’inflazione”. Quindi?
Per richiamare l’attenzione sul rischio di chiusura delle attività scolastiche a causa del caro bollette, nei giorni scorsi, oltre la forte pressione mediatica esercitata dalla Federazione, diverse scuole Fism si sono attivate sul territorio per denunciare la gravità della situazione e, forse per merito dell'attuale fermento politico, non si sono fatte attendere le dichiarazioni di ministri e parlamentari che hanno espresso il proprio sostegno a favore delle scuole paritarie dell'infanzia.
“A questo punto siamo in attesa che arrivi al Parlamento il Decreto Sostegni Ter che prevede un sostegno economico di 10 milioni di euro per le scuole paritarie – spiega oggi Giampiero Redaelli -. Una cifra purtroppo ancora insufficiente se si considera che, se il fondo fosse destinato esclusivamente alle scuole dell’infanzia, significherebbe un aiuto una tantum di diciotto, venti euro per ogni bambino, e se fosse destinato a tutto il sistema scolastico, includendo quindi anche le scuole di primo e secondo grado, si parlerebbe addirittura di tre, quattro euro a bambino”.
“La prossima azione sarà quella di chiedere un ulteriore emendamento per le scuole paritarie e, se questo Parlamento non ci darà il dovuto riscontro, dovremo aspettare il prossimo – continua il presidente della Fism –. Ma è fondamentale che sia garantito un contributo strutturale. Non si può ignorare che 500mila bambini rischiamo di non ricevere più un servizio e che questo peserebbe soprattutto per la fascia 0-3 anni, dove c'è già carenza di strutture. Si mancherebbero completamente gli obiettivi dell'agenda di Lisbona, ma anche le prospettive di sostenere l'occupazione femminile e di invertire il trend del calo di natalità".