A settembre riapre la caccia: nelle Marche però 4 specie di uccelli sono salve

Il calendario venatorio dovrebbe avere inizio la terza domenica del mese, ma ogni Regione fa da sé e intenta la strada della preapertura della stagione della caccia. Non senza l’opposizione delle associazioni animaliste e ambientaliste che nelle Marche hanno già ottenuto qualche risultato: il TAR ha accolto un ricorso e sospeso l’uccisione di 4 specie di uccelli.
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Gaia Cortese 1 Settembre 2022

Come ogni anno, con l’arrivo di settembre, è prevista anche la riapertura della stagione della caccia. Di norma, la data di inizio del calendario venatorio sarebbe prevista per la terza domenica del mese, ma puntualmente in Italia ogni Regione si avvale della possibilità di far partire eccezionalmente la caccia ad alcune specie già nei primi giorni di settembre.

Un’eccezione diventata quasi una regola, senza che ne vengano considerati gli effetti sulla fauna. Proprio queste preaperture della caccia, che generalmente interessano specie come le tortore, le quaglie, i merli e le anatre selvatiche, non solo interferiscono con specie che in questo periodo potrebbero essere in fase di allevamento della prole, ma disturbano anche altre specie sotto tutela e protezione.

Ma soprattutto, come dichiarato dalle associazioni Lac, Lav, Lipu e WWF Italia sul sito ufficiale della Lega abolizione Caccia (LAC), “la caccia non è un diritto acquisito, ma una semplice concessione, regolata e dettata sia da leggi dello Stato e dai suoi organismi scientifici che dalla Comunità Europea, con svariati trattati internazionali”.

Ad ogni modo, in questo ambito, ogni Regione continua ad agire “autonomamente” arrivando a regolamentazioni dell'attività venatoria diverse, a seconda delle decisioni del TAR.

Nelle Marche, per esempio, il TAR ha accolto parte del ricorso presentato dagli ambientalisti e ha sospeso la caccia a quattro specie, almeno in preapertura. Si tratta del germano reale, dell’alzavola, della marzaiola e della quaglia. Anche l’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) aveva espresso il proprio parere negativo all’apertura della caccia a queste specie, ma la Ragione Marche aveva ignorato tale posizione, senza neppure motivare in maniera adeguata e coerente la decisione presa.

Ora si attende la Camera di Consiglio del prossimo 14 settembre, data in cui è prevista la trattazione completa del ricorso ambientalista, confidando nel TAR Marche che ha sempre dimostrato una certa disponibilità nel valutare l’interesse di chi vuole cacciare e uccidere la fauna selvatica e di chi al contrario vuole difendere un patrimonio collettivo, anche alla luce della nuova formulazione dell’Art. 9 della Costituzione Italiana, che introduce la tutela della biodiversità come fondamento del nostro vivere comune.

Anche in Sicilia, nel mese di agosto, è stata confermata l'ordinanza del TAR che prevedeva la sospensione della caccia alla tortora e al coniglio selvatico. Ne hanno recentemente dato notizia le Associazioni Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia che avevano impugnato al TAR il calendario venatorio, denunciandone l’illegittimità per violazione delle normative nazionali e comunitarie sulla tutela della fauna e per il mancato rispetto del parere scientifico dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA).