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Aborto medico: le nuove linee guida dell’Oms per gli operatori sanitari a difesa delle donne

L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato nuovi principi a supporto della guida sull’assistenza e la pratica dell’aborto, pubblicata nel 2022. Ancora una volta, l’Oms riafferma il diritto delle donne che scelgono l’aborto medico di essere assistite e accompagnate in questo percorso, nel rispetto delle loro scelte e dei loro diritti.
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Maria Teresa Gasbarrone 14 Giugno 2023

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato alcune un manuale a supporto degli operatori sanitari nell'attuazione della guida consolidata sull'assistenza e la pratica dell'aborto pubblicata dall'organismo internazionale nel 2022.

Per "assistenza e pratica dell'aborto" si intende tutta una serie di servizi clinici, che, oltre alla procedura stessa, comprendono la fornitura di informazioni e consulenza, la gestione del dolore e l'assistenza post-aborto, compresa la contraccezione. La guida dell'Oms mira a dare indicazioni agli operatori sanitari su come attuarli nel rispetto dei diritti della donna.

Le nuove linee guida

Il manuale appena pubblicato, facendo riferimento alle raccomandazioni per la fornitura dei servizi sanitari indicate nella guida del 2022 sull'assistenza all'aborto, ribadisce alcuni principi cardini nell'assistenza all'aborto medico, anche in caso di autogestione.

Il manuale definisce infatti l'autogestione come un'opzione valida per fornire l'aborto medico, in quanto metodo sicuro ed efficace per interrompere una gravidanza. I farmaci utilizzati – mifepristone e misoprostolo – sono inclusi nell'elenco dei farmaci essenziali dell'Oms. "Con un supporto adeguato, le donne possono autogestire alcune o tutte le fasi dell'aborto medico, ad esempio nel comfort della propria casa", si legge nel documento.

Chi fornisce assistenza all'aborto deve essere a conoscenza delle leggi nazionali e locali e dei requisiti di segnalazione. Nell'ambito di tali leggi e requisiti, tutte le norme, gli standard e la pratica clinica relativi all'aborto devono promuovere e proteggere:

  • la salute delle donne e delle adolescenti e i loro diritti umani
  • il processo decisionale informato e volontario
  • l'autonomia decisionale
  • la non discriminazione
  • la riservatezza e la privacy.

Per i diritti delle donne

"Quando una donna opta per l'autogestione dell'aborto, gli operatori sanitari devono essere in grado di fornirle informazioni e consigli appropriati e accurati in modo che sappia cosa fare, quando farlo e, se necessario, come accedere al follow-up sostegno", ha detto Bela Ganatra, capo dell'Unità globale per la cura dell'aborto presso l'Oms.

Dalle parole di Ganatra emerge quindi l'importanza del ruolo degli operatori sanitari, a cui spetta il compito di accompagnare le donne in caso di aborto medico.

"L'aborto medico – ha ribadito la rappresentante dell'Oms – ha svolto un ruolo fondamentale nell'espandere l'accesso all'aborto sicuro a livello globale, in particolare per le donne e le ragazze nelle situazioni più vulnerabili che potrebbero non avere accesso alle strutture sanitarie o che hanno bisogno di mantenere il loro aborto privato evitando i ricoveri ospedalieri, quindi è importante che i professionisti possano facilitarlo come opzione per la cura dell'aborto”.

Il focus quindi è a garanzia delle donne che ricorrono a questa scelta: a loro gli operatori sanitari devono saper e poter "fornire servizi sicuri, tempestivi ed efficaci per l'aborto", ha detto Pascale Allotey, direttore della ricerca e salute sessuale e riproduttiva dell'Oms e capo del programma speciale delle Nazioni Unite per la riproduzione umana (HRP), specificando come la guida appena aggiornata punti proprio a supportarli in questo loro compito.

Fonte | Oms