Addio incentivi alla geotermia convenzionale: l’energia della terra esclusa dal decreto sulle rinnovabili

Il decreto legislativo sull’incentivazione delle fonti di energia rinnovabile, in attesa di approvazione, ha escluso l’energia geotermica dalle fonti rinnovabili finanziabili, rimandando la trattazione del tema a un decreto futuro. Sindaci e sindacati dei Comuni geotermici non nascondono la loro preoccupazione.
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Sara Del Dot 6 Novembre 2018

Non c’è traccia di finanziamenti alla geotermia convenzionale tra le pagine del nuovo Decreto sull’incentivazione delle fonti di energia rinnovabile, chiamato Fer1, trasmesso dal Ministero dello Sviluppo economico al Ministero dell’Ambiente in attesa di essere firmato, per poi passare al vaglio della Corte dei Conti e, infine, approdare a Bruxelles per un ultimo ok. Il testo del decreto escluderebbe il geotermoelettrico da tutti gli incentivi, rimandando la trattazione del tema a un decreto successivo, chiamato Fer2.

Cos’è l’energia geotermica

L’energia geotermica è quell’energia che sfrutta il calore naturale contenuto all’interno della sfera terrestre. È una fonte definita rinnovabile, se sfruttata a breve termine, molto utilizzata in Italia e in Europa. Viene raccolta tramite vettori fluidi naturali o iniettati, che dal serbatoio geotermico arrivano fino in superficie, oppure tramite perforazione meccanica. È utilizzata sia per la produzione di elettricità che come fonte di calore e, quindi, acqua calda. In Italia, le principali (e più numerose) centrali geotermiche si trovano in Toscana, regione che attualmente detiene il primato per quanto riguarda la produzione di rinnovabili da impianti geotermici, e dove la preoccupazione per l’approvazione del decreto Fer1 è massima.

Una sostenibilità controversa (?)

L’attività di produzione di energia geotermica è, comunque, un’attività estrattiva. Risulta dunque necessario fare attenzione e installare gli impianti tenendo conto delle necessità ambientali, territoriali e sociali della zona. Uno degli svantaggi degli impianti geotermici è che, essendo raccolta tramite perforazione del terreno, può causare dissesti del territorio. Inoltre, i fluidi geotermici spesso contengono anidride carbonica, idrogeno solforato (che ha un odore molto sgradevole e potrebbe disturbare non poco abitanti delle città vicine), ammoniaca, metano e altri gas che vengono dispersi nell’atmosfera. A lungo andare, inoltre, l’energia derivata dall’estrazione potrebbe non essere più considerata propriamente “rinnovabile” a causa della potenziale riduzione dell’anomalia positiva termica dovuta al sovra-sfruttamento del sito. Ma, diciamocelo, i lati positivi di questo tipo di energia sono ben maggiori di quelli negativi.

Conseguenze del decreto legge

L’esclusione del geotermico dalla legge e il rimando nell’affrontare il tema, non potrà che avere effetti negativi sull’intero Paese. Infatti, un recente studio elaborato da Elemens per Elettricità futura e Anev presentato al Ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio, ha illustrato come l’Italia, per rientrare negli obiettivi al 2030 individuati dall’Unione europea in fatto di energie rinnovabili (32% dei consumi finali lordi di energia dell’Ue soltanto da rinnovabili), dovrebbe in futuro produrre almeno il 20% in più di elettricità da geotermia. La volontà di puntare sul geotermico per raggiungere questi obiettivi è in realtà una necessità, dal momento che questo genere di energia, a differenza delle altre rinnovabili, non dipende da condizioni meteorologiche o atmosferiche. Questo sviluppo porterebbe fino a 800 milioni di investimenti in questo settore, 700 unità di lavoro in più, 200 milioni di euro in valore aggiunto e 30 milioni di euro aggiuntivi di gettito fiscale.

Reazioni opposte

A essere estremamente contrariati per questa manovra contro l’energia geotermica sono, ovviamente tutti i Comuni geotermici del Paese, localizzati in larghissima parte in Toscana, per il cui territorio l’energia geotermica rappresenta, oltre a migliaia di posti di lavoro, la fonte primaria di energia elettrica e termica. Infatti, la geotermia tradizionale copre oltre il 30% del fabbisogno energetico della regione e dà lavoro a circa 1800 persone. Il malcontento si è espresso a partire da sindaci, pubbliche amministrazioni e rappresentanti sindacali (Flaei-Cisl, Cgil), che hanno criticato aspramente la manovra del governo giallo-verde, soprattutto dal momento in cui le conclusioni del rapporto redatto da Elements sopra citato erano state illustrate nel dettaglio al Ministro dello Sviluppo economico. La prospettiva condivisa è che questa scelta metterà in crisi tutti i comuni geotermici, la cui salvaguardia e il cui sviluppo economico sono garantiti in larga parte proprio dalla presenza di forti investimenti su questo tipo di fonte energetica, come la Val di Cecina, in cui la geotermia rappresenta ormai un comparto di lavoro stabilizzato.

Antonio Mazzeo, Consigliere regionale della Toscana (gruppo PD), ha sottolineato che: “Oggi le principali realtà che operano nella geotermia investono in Toscana oltre 300 milioni di euro all'anno ma se il decreto venisse approvato non solo ogni ulteriore possibilità di sviluppo sarebbe definitivamente affossata, ma il conseguente blocco degli investimenti economici ed il loro dirottamento verso l’estero porterebbero ad una paralisi del settore con conseguenze devastanti nei territori interessati in termini di perdita di posti di lavoro. Senza dimenticare, infine, le ricadute in termini di aggravio economico per le famiglie e le imprese il cui approvvigionamento energetico dovrebbe ovviamente avvenire in altra maniera non solo più costosa ma, probabilmente, anche meno sostenibile da un punto di vista ambientale”.

Ma il Fer1 non ha destato soltanto malcontento. Diversi i cittadini toscani e laziali che hanno esultato, dal momento che ormai da anni lottano contro il geotermico, considerando questo tipo di energia in realtà una “falsa rinnovabile”, un vero e proprio danno per il territorio perché basata su attività di trivellazione che produce dissesti idrogeologici, terremoti, inquinamento delle falde acquifere ed emissioni di sostanze nocive. Questo gruppo di cittadini attivisti aveva già presentato tre petizioni al Parlamento europeo, in cui veniva evidenziata la reale non sostenibilità dell’energia geotermica e veniva richiesta una moratoria dei progetti recentemente presentati al MISE, in attesa di autorizzazioni e V.I.A.

Eppure, si tratta di un’energia naturale, rinnovabile e molto ben monitorata, praticamente inesauribile e ancora poco sfruttata, che se raccolta con criterio, parsimonia e rispetto nei confronti di ambiente e territorio circostante potrebbe sopperire al fabbisogno energetico di moltissime altre città, riducendo i consumi e aumentando i posti di lavoro. Proprio per questo, il segretario generale Cisl Toscana, Riccardo Cerza e il Segretario Regionale della Flaei-Cisl, Graziano Froli, hanno lanciato un appello al Governo richiedendo una tempestiva modifica al decreto ministeriale “per ridare dignità e prospettive alla geotermia italiana e toscana in particolare”.