Per quanto il concetto "più alberi, meno smog" sia abbastanza chiaro (grazie alla fotosintesi clorofilliana il verde urbano contribuisce a ripulire le città dalla CO2 restituendo ossigeno), non sempre questa regola viene perseguita. Ma ci sono città che stanno puntando proprio sulle piante per cercare di abbattere le emissioni e rendere l'aria più respirabile.
A questo proposito, Modena ha fatto addirittura un passo in più: da qualche anno, come altre città europee, ha puntato sui City Tree, alberi cittadini che in realtà non sono alberi, ma che permettono di agire proprio come si farebbe attraverso il verde urbano.
Nel 2017 Modena annunciò l'installazione dei suoi City Tree. Si tratta di arredi urbani composti, oltre che dai materiali strutturali, da muschio e piante pensate per migliorare la qualità dell'aria attorno. Solitamente, oltre al pannello presentano anche una panchina.
Questi pannelli biotecnologici sono stati progettati proprio per "mangiare" l'inquinamento urbano esattamente come fanno le piante viventi, e, oltre a Modena, anche Berlino, Londra, Oslo, Parigi e Dresda sono dotate di questi arredi anti-smog.
Il Comune di Modena, quindi, collocò i City Tree in zone particolarmente trafficate della città, con l'intenzione non solo di influire positivamente sulla qualità dell'aria, ma anche di monitorare i risultati, cercando di capire concretamente l'utilità di questi arredi sulle strade più problematiche.
Secondo i produttori – l'azienda tedesca Green City Solutions – i City Tree potrebbero compensare 240 tonnellate di anidride carbonica, tanto quanto 300 alberi, riducendo così l'inquinamento prodotto da più di 400 automobili a combustibile fossile.
Il tutto riducendo anche le Pm10, l'ossido nitroso nell'aria, l'ozono e il particolato.
In realtà, a Modena non sono del tutto soddisfatti dei risultati, tanto che nel 2021 hanno deciso di rimuovere i pannelli. L'assessora Alessandra Filippi, interrogata in merito durante una seduta del Consiglio Comunale, ha dichiarato che "i risultati della sperimentazione del City Tree in città indicano che l’assorbimento di inquinanti è lento e molto circoscritto e che pertanto l'implementazione di singoli pannelli o anche di una semplice rete non impatta significativamente sulle emissioni a scala urbana. Occorre quindi continuare a percorrere la strada della riduzione delle emissioni e delle mitigazioni attraverso gli interventi più strutturali e diffusi programmati nei piani già approvati, come il Pums e il Paesc, e in quelli di prossima approvazione, appunto il Pug e il Piano del verde", riferendosi alla messa a dimora di più di 1300 alberi e arbusti.
Il Comune ha quindi dichiarato quanto segue: "Le simulazioni modellistiche sviluppate dall'Enea hanno mostrato che, nella modalità passiva, il City tree può produrre una riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico del canyon stradale urbano tra lo 0,3 e l’1% in un'area di circa 10 per 20 metri lineari intorno al dispositivo. Le velocità di deposizione per Pm10 e NOx osservate per i muschi del City tree durante le campagne di campo, rientrano nella gamma di quelle riportate in letteratura scientifica per altre tipologie di superfici verdi (ad esempio prati erbosi e siepi). Nella modalità attiva, invece, l'abbattimento delle concentrazioni è di circa il 13%, ma sempre molto in prossimità del City Tree".