
Per alcune persone sono un impiccio, per altre sono quasi folkloristici, essendo presenti nei centri di moltissime città storiche europee. Parlo dei piccioni, conosciuti anche come colombe, che abitano piazze, palazzi e giardini e che convivono con l'essere umano da migliaia di anni.
In molte città, le amministrazioni locali hanno introdotto divieti sull'alimentazione di questi volatili. Queste restrizioni sono spesso mirate a gestire la popolazione di uccelli e ad affrontare questioni di igiene e salute pubblica. Rispettare tali norme è fondamentale per mantenere un ambiente urbano sicuro e pulito. Ecco perché.
Ma prima di tutto: cosa sono i piccioni? In realtà sono animali affascinanti. Sono uccelli appartenenti all'ordine dei Columbiformi e alla famiglia dei Columbidi. Ecco perché potresti conoscerli anche come colombi o colombe. Sono diffusi in tutto il mondo e presentano una grande varietà di specie. Quella più comune nelle aree urbane è il piccione domestico (Columba livia domestica).
Si tratta di un volatile robusto, con ali lunghe e appuntite. Il piumaggio può variare in colore, ma spesso sono grigi o marroni con riflessi iridescenti. Hanno una testa piccola e un becco corto.
Questo uccello fu addomesticato migliaia di anni fa dall'essere umano ed è per questo che convive così strenuamente con lui: veniva utilizzato come mezzo di comunicazione (il famoso piccione viaggiatore) oppure allevato per farne alimento. Nel secondo dopoguerra (a causa di una fuga dagli allevamenti o del crescente abbandono) c'è stato un incremento demografico consistente e oggi si parla di problema urbano.
La loro dieta? È onnivora: si nutrono di una varietà di cibi tra cui semi, cereali, frutta e insetti. E anche cibo umano, come le briciole di pane che vengono loro lanciate da tantissimi turisti ogni giorno.
Nell'occhio del mirino ci sono proprio le briciole di pane. I colombi di città si nutrono infatti principalmente di esse, anche se non rappresenterebbero un alimento ideale, o perlomeno non sarebbero indicate come cibo principale di una dieta piuttosto limitata dal punto di vista della varietà.
La grande abbondanza di briciole e scarti alimentari umani (anche offerti direttamente da turisti e persone di buon cuore) consente infatti ai piccioni la diffusione così intensa, che è però associata a diversi problemi urbani, a partire da quelli di salute pubblica (essendo i colombi portatori di alcune malattie) fino ad arrivare ai potenziali birdstrike aerei.
Alcuni Comuni italiani hanno quindi deciso, per motivi diversi ma di natura simile, di vietare a cittadini e turisti di dare da mangiare ai piccioni, con multe salate per chi viene beccato. A Novara, per esempio, le sanzioni vanno dai 25 ai 500 euro. Il sindaco che ha firmato un'ordinanza l'ha fatto con "disposizioni urgenti ai fini igienico sanitari".
A Vicenza si arriva, per gli stessi motivi, a 150 euro di multa a chi nutra i colombi mentre a Giussano, nella provincia di Monza Brianza, le multe variano da 50 a 350 euro.
Si tratta di alcuni esempi: in generale prima di dare da mangiare ai piccioni è meglio controllare le normative urbane, non solo per non incorrere nell'eventuale multa, ma anche per rispettare delle regole che si fondano sul buonsenso, sul rispetto della natura e sulla tutela della salute umana.
Fonti| Lipu; Comune di Vicenza;