Alessandra Astolfi di IEG: “A Ecomondo 2019 al centro la blue economy e l’eccellenza italiana nell’economia circolare”

Economia circolare, bonifica di aree contaminate, riciclo della plastica, sprechi di acqua, corretta gestione dei rifiuti… Su cosa punta, quest’anno, Ecomondo? Quali le principali novità che troveremo passeggiando tra gli oltre mille espositori ospitati? Scopriamolo insieme.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 28 Ottobre 2019

Dal 5 all’8 novembre decine di migliaia di visitatori varcheranno le porte della Fiera di Rimini per incontrare e conoscere le principali novità internazionali nell’ambito dell’economia circolare, dell’efficienza energetica e dell’innovazione tecnica e industriale nel settore ambientale. Giunta ormai alla sua 23esima edizione, infatti, la fiera Ecomondo, organizzata da Italia Exhibition Group, è pronta a stupire gli appassionati del settore ma anche i cittadini curiosi con 1300 espositori, tantissimi eventi e 150 seminari in cui scoprire cosa significhi davvero la parola "progresso". Senza contare l’opportunità per le start up del settore di farsi conoscere e muovere i primi passi su un palcoscenico internazionale.

Ma quali saranno i temi su cui Ecomondo punterà in questa nuova edizione? Quali le novità assolute rispetto gli anni passati? E a che punto siamo, in Italia, per quanto riguarda lo sviluppo di un’economia circolare realmente efficace? Lo abbiamo chiesto ad Alessandra Astolfi, Group Brand Manager di Italian Exhibition Group.

Quali sono i principali temi su cui si concentrerà Ecomondo quest’anno?

Ecomondo è una manifestazione che abbraccia tutta la green economy, difficile arrivare ad una sintesi, ma chi la frequenta riconosce l’opportunità di aprire una finestra sull’innovazione e sull’internazionalità che la distinguono. Sarà infatti presente tutta la tecnologia innovativa per la gestione integrata e la valorizzazione dei materiali a favore dell’efficienza dei processi di lavorazione. L’approvazione dalla UE del Pacchetto sull’Economia Circolare, con il successivo recepimento a livello nazionale, offre alle imprese del recupero e del riciclo l’occasione di affrontare la sfida dell’evoluzione e trasformazione dal riciclo di rifiuti tipici di un’economia lineare a un compiuto sistema di economia circolare.

La manifestazione continua ad essere un grande stimolo all’innovazione, in grado di rafforzare la competitività nel mercato mondiale dei prodotti sostenibili, già in piena espansione. Segnalo l’area dedicata al ciclo integrato delle acque, Global Water Expo, in forte espansione, le imprese della filiera del percorso idrico, dalla captazione alla restituzione all’ambiente. Un focus verrà riservato anche alle soluzioni digitali (acqua 4.0) atte a migliorare efficienza, pianificazione e gestione per una migliore sostenibilità economica ed ambientale. Ecomondo 2019 ospiterà inoltre l’annuale appuntamento degli Stati Generali della Green Economy. Quest’anno saranno dedicati al tema "Per un Green New Deal in Italia e in Europa" con l’obiettivo di affrontare congiuntamente la crisi ambientale, a partire da quella climatica, la bassa crescita economica e la crescente disuguaglianza.

C’è un focus particolare su cui vi siete concentrati?

Fra i tanti, guarderei con particolare attenzione ad uno tutto dedicato all’economia circolare, allo scenario dei prossimi vent’anni e ai nuovi trend: l’evento faro in programma mercoledì 6 novembre Circular economy: the 21st-century economic paradigm to redefine growth and development, organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo presieduto dal Prof. Fabio Fava insieme a Intesa San Paolo Innovation Center.

E ancora, il 7 novembre, con l’evento Circular economy good practices: panel of the italian circular economy stakeholders platform (ICEP), in collaborazione con ENEA, saranno illustrati gli obiettivi raggiunti dalla piattaforma italiana per l’economia circolare (ICESP) nata nel 2018. ICESP promuove conoscenza sull'economia circolare nazionale tramite un processo per diffondere l'eccellenza italiana e il modo italiano di fare economia circolare.

Una serie di eventi organizzati dall’Agenzia Esecutiva della Commissione Europea, EASME (Executive Agency for SME), nella giornata di giovedì 7 novembre passerà invece in rassegna i progetti  e le azioni supportate e finanziate a livello europeo nei settori della mobilità Sostenibile (sono circa 180 i progetti finanziati attraverso il progetto LIFE per il trasporto sostenibile, per circa 350 milioni di euro), dello spreco alimentare, dell’edilizia sostenibile (gli edifici assorbono il 40% dell’utilizzo energetico europeo) e sulla tematica della gestione della plastica (in Europa ammontano a 25,8 milioni le tonnellate di rifiuti in plastica prodotti annualmente, di cui solo il 30% viene raccolto e avviato al riciclo).

Quali novità ci sono rispetto alle scorse edizioni?

Più che una novità è un focus di grande interesse strategico per tutta la green economy, ed è quello dell’economia del mare, un ambito dalle grandi potenzialità, un “giacimento” che se valorizzato, e tutelato, è non solo benefico per il clima (il mare è grande assimilatore di CO2) ma da cui è possibile trarre energia e generare posti di lavoro. L’economia blu dell’Unione europea è in continua crescita e attualmente vale 0,5 trilioni di euro e 5 milioni di posti di lavoro.

Diversi gli appuntamenti che Ecomondo dedica quest’anno alla blue economy. Giovedì 6 novembre l’evento faro è Strutturare la Crescita Blu in Italia: BLUEMED incontra BIG, una conferenza che guarda al mar Mediterraneo e proporrà visione, missione e stato dell'arte delle iniziative in corso nell’area, insieme alle principali sfide a cui è attesa l’economia marittima che vi insiste. La ricerca e l'innovazione sono fondamentali per lo sviluppo di tutti i settori, maturi o emergenti e per garantire la loro sostenibilità socio-economica e ambientale vanno integrati interventi e programmi, ma soprattutto va consolidata una visione strategica che l’evento vuol trasmettere.

Economia circolare: a che punto siamo in Italia rispetto agli altri paesi europei e quali sono gli aspetti che andrebbero migliorati ulteriormente?

L’Italia è in Europa il Paese con il più alto indice di circolarità: 103 punti, davanti a Regno Unito (90) e Germania a 88 punti (Fonte Circular Economy Network). Per ogni kg di risorsa dematerializzata consumata si generano 3 euro di Pil, contro una media europea di 2,24. Lo riferisce il Rapporto Circular Economy Network – Enea, secondo un valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di ‘materie prime seconde’ e innovazione. Tutto ciò può generare al 2025 circa 150.000 nuovi posti di lavoro in Italia entro il 2025.

Questo nuovo paradigma è rappresentato in fiera compiutamente e indica la strada da intraprendere, quella che prevede la riprogrammazione di interi cicli produttivi e distributivi. È un fronte sul quale la stessa Unione Europea è impegnata con stanziamenti imponenti per le imprese intonate a queste nuova prospettiva. Fra l’altro, capace di generare nuova e qualificata occupazione. Il focus del Censis “Smart & green, l’economia che genera futuro” stima che ogni cinque nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia uno sarà generato da aziende eco-sostenibili; oltre il 50% in più di quelli del digitale.