
Quando la lista si allunga non è sempre un buon segno. Specialmente se ad arricchirsi è la “List of World Heritage in Danger”, l’elenco di Patrimoni dell’Umanità che rischiano di scomparire stilata dall’Unesco. E ancora meno se i potenziali nuovi ingressi sono la nostra città di Venezia e la barriera corallina australiana.
Ad oggi l’Agenzia delle Nazioni Unite ha inserito nella “lista nera” 53 siti minacciati da cambiamenti climatici, guerre e situazioni politico-economiche devastanti e nella prossima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, tra il 16 e il 31 luglio, deciderà se ascrivere anche due nuovi nomi.
A gravare sulla bellezza di Venezia e sul suo eccezionale valore universale c’è sicuramente l’elevatissimo numero di visitatori che ogni anno invade la città in relazione alla capacità di accoglienza della città e alla qualità di vita dei suoi abitanti.
Non devi dimenticarti però anche le minacce cui è sottoposto l’ecosistema della laguna veneziana, tenuta sotto scacco dal passaggio di imbarcazioni e grandi navi.
“Purtroppo la decisione dell’Unesco è nell’aria da tempo – ha spiegato il Ministro della Cultura Dario Franceschini di fronte al rischio del capoluogo veneto – È l’annuncio di una possibile decisione del Comitato Mondiale di metà luglio riguardo l’inserimento di Venezia nella lista del patrimonio in pericolo. Sarebbe una cosa molto grave per il nostro Paese. Credo che non ci sia più tempo per esitare”.
Il Ministro ha poi ribadito l’urgenza di mettere in atto tutte quelle misure correttive richieste dall’Unesco negli ultimi anni.
Se alla fine di luglio il Comitato del Patrimonio Mondiale deciderà di inserire Venezia nella lista dei siti in pericolo, l’Italia avrà la possibilità di presentare una proposta operativa per provare a ottenere una nuova valutazione nel 2022.
Dopo il centro storico di Vienna, la parte vecchia di Gerusalemme e le sue mura, la città mercantile marittima di Liverpool e altre bellezze tra cui la cittadella di Bam in Iran o la Valle di Bamiyan in Afghanistan, anche la Grande Barriera Corallina Corallina d'Australia rischia di entrare nella lista dei luoghi in pericolo.
Il più grande sistema corallino al mondo, che si estende per 2300 km, è finita nel “mirino” dopo tre eventi di sbiancamento di massa in soli cinque anni. Per questo l’Unesco ancora una volta ha sollecitato l'Australia e tutte le altre nazioni a fare tutto il possibile per limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C.
“La raccomandazione dell'UNESCO è chiara e inequivocabile. Il governo australiano non sta facendo abbastanza per proteggere il nostro più grande patrimonio naturale, in particolare sui cambiamenti climatici” ha affermato Richard Leck, responsabile degli oceani per il WWF Australia.
La prospettiva di perdere lo status di Patrimonio dell'Umanità della barriera corallina sarà un enorme shock per molti australiani ma, ha concluso Leck, sarà "un messaggio potente che deve spinge il nostro governo a sollevare urgentemente le sue ambizioni sulle minacce alla sua esistenza: il cambiamento climatico e la qualità dell’acqua”.