
Difficile dire di no a un appetitoso piatto di ricci di mare. Eppure se dovessi trovarti in vacanza sulle coste pugliesi, forse per quest’anno, sarebbe meglio scegliere qualcosa di diverso sul menu del ristorante. In questi giorni, infatti, sembra che il tratto del mare di Bari e del Salento siano contaminati dall’alga tossica Ostreopsis ovata, una microalga che in acqua si presenta sotto forma di una schiuma biancastra o di materiale gelatinoso (ma non è visibile a occhio nudo).
È un’alga molto pericolosa e nociva che non solo distrugge la flora e la fauna marina, ma può anche causare problemi di salute all’uomo. I sintomi da intossicazione sono solitamente problemi respiratori, congiuntivite, febbre e dissenteria. Quelli che potrebbero esserne contaminati sono proprio i molluschi (come per l'appunto i ricci di mare) che se ingeriti, possono causare la ciguatera, un’intossicazione alimentare che provoca vomito e diarrea a 6 ore dall’ingestione. Insomma, non proprio la migliore maniera di trascorrere le tanto agognate vacanze estive.
La ciguatera, che è provocata da una tossina di origine non batterica (ciguatossina) è sempre stata associata al consumo di pesci provenienti da mari tropicali o subtropicali. La causa della proliferazione di queste microalghe, infatti, va ricercata ancora una volta in quello che è il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature di cui siamo testimoni ogni giorno; a questo si aggiunge il ristagno delle acque e la presenza eccessiva di fosforo e azoto nelle acque che provengono da fiumi e laghi.
Gli esperti di Arpa Puglia hanno attivato in questo periodo il monitoraggio a cadenza quindicinale delle principali località di balneazione di queste coste. La mappa interattiva della contaminazione si trova sul sito di ARPA Puglia, che da ultimo report dà bollino rosso per alga tossica per le località di San Giorgio (Bari), Porto Badisco (Lecce) e bollino giallo per la località di Torre Colimena (Taranto).