Allevare elefanti e rinoceronti per produrre carne: il folle piano del governo del Sudafrica

L’esecutivo dello stato africano ha avanzato una proposta di revisione del Meat Safety Act, la legge che regolamenta la produzione di carne nel Paese, per rendere 104 specie selvatiche commestibili e utilizzabili per scopi commerciali. Il punto è che sono inclusi anche animali considerati a rischio estinzione.
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Federico Turrisi 25 Settembre 2020

Secondo te è un'ottima idea salvare la fauna selvatica, trasformandola in bestiame e utilizzandola anche per produrre carne? Probabilmente la tua risposta è no. Ma in Sudafrica il governo la pensa diversamente e vuole modificare la legge statale che dal 2000 regola la produzione di carne (il Meat Safety Act), estendendo il numero di animali che possono essere allevati e di conseguenza commercializzati per la loro carne. Per la precisione, il provvedimento riguarderebbe 103 specie, tra cui troviamo ippopotami, antilopi, gnu, zebre, gazzelle, coccodrilli. Ma ci sono anche giraffe, elefanti e rinoceronti, ossia animali che lo Iucn, l'Unione internazionale per la conservazione della natura, ha inserito nella lista rossa delle specie minacciate.

La pubblicazione della proposta di revisione della legge ha scatenato le ire delle associazioni animaliste, secondo cui, se le modifiche alla legge dovessero essere approvate nella loro forma attuale, si aprirebbe la strada alla legittimazione del consumo di animali selvatici, anche protetti. E questo porterebbe a un aumento della domanda, e lo straordinario patrimonio di biodiversità che custodisce lo stato sudafricano verrebbe così svenduto. Viene da pensare allora che non sia stata abbastanza di lezione l'attuale pandemia di Covid-19, che ci ha insegnato quali possono le conseguenze del traffico di fauna selvatica per l'ambiente e per la salute pubblica. Con questa mossa il Sudafrica sembra andare nella direzione opposta.

Già nel maggio 2019 il ministro dell’Agricoltura sudafricano Senzeni Zokwana aveva fatto approvare un emendamento alla legge sul benessere degli animali, risalente al 1998, senza che ci fosse nessuna consultazione pubblica. Questa modifica aveva allora riclassificato 33 specie selvatiche a “specie da allevamento”, includendo anche zebre e perfino leoni. Questi ultimi infatti vengono allevati per una pratica alquanto discutibile: la cosiddetta "caccia in scatola", che offre ai cacciatori la possibilità di ottenere i loro trofei più facilmente, sparando ad esemplari chiusi in recinti stretti e senza possibilità di scappare. Domanda retorica: siamo proprio sicuri che trasformare gli animali selvatici in una merce da sfruttare economicamente sia una soluzione per proteggerli?