Alzheimer, un primo segnale si nota nel linguaggio: cosa dicono gli studi più recenti

Secondo diversi studi condotti da università internazionali, uno dei segnali più precoci dell’Alzheimer può emergere attraverso cambiamenti nel linguaggio. Alterazioni nel ritmo del discorso, difficoltà a trovare parole comuni o pause insolite possono indicare una compromissione cognitiva iniziale. Queste osservazioni, rilevate anche tramite intelligenza artificiale, potrebbero facilitare diagnosi precoci.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Redazione 24 Marzo 2025

Alzheimer: i primi segnali sono spesso sottili

Nelle prime fasi dell’Alzheimer o di altre forme di demenza, i sintomi possono passare inosservati. Si tratta di piccole dimenticanze, lievi confusioni o difficoltà a concentrarsi. Tuttavia, secondo diversi studi scientifici pubblicati tra il 2023 e il 2025, esiste un segnale precoce che si può individuare nel linguaggio.

Cosa cambia nel linguaggio

Le ricerche mostrano che chi sviluppa l’Alzheimer tende a modificare inconsapevolmente il proprio modo di parlare. Ecco alcuni cambiamenti osservati:

  • Ripetizioni frequenti di parole o frasi
  • Difficoltà a trovare parole comuni o nomi di oggetti noti
  • Pause lunghe e innaturali nel discorso
  • Uso di parole generiche invece di termini specifici (es. “cosa” al posto di “bicchiere”)
  • Disorganizzazione grammaticale o frasi incomplete

Questi segnali non sono di per sé una diagnosi, ma possono essere campanelli d’allarme, soprattutto se si presentano con frequenza e progressione.

L’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare la voce

Alcuni studi recenti condotti dal MIT e da università europee hanno sviluppato sistemi di analisi vocale tramite intelligenza artificiale in grado di rilevare queste anomalie linguistiche prima ancora della comparsa di sintomi evidenti. Attraverso l’analisi di registrazioni vocali, i ricercatori sono riusciti a distinguere con alta precisione i pazienti a rischio.

Perché è importante riconoscere questi segnali

Individuare i segnali linguistici nelle prime fasi può essere fondamentale per:

  • Anticipare la diagnosi clinica
  • Avviare trattamenti farmacologici e non farmacologici
  • Intervenire su stile di vita, alimentazione e stimolazione cognitiva

Il linguaggio, secondo gli studiosi, è una finestra diretta sullo stato cognitivo, ed è per questo che viene sempre più considerato nei protocolli di screening precoce.

Secondo gli esperti, variazioni nel modo di parlare – come ripetizioni, pause anomale e difficoltà a trovare parole – possono rappresentare un segnale precoce di Alzheimer. Anche se da soli non bastano per una diagnosi, riconoscerli può aiutare a intervenire tempestivamente. La ricerca prosegue, anche con l’uso dell’IA, per affinare sempre di più le strategie di rilevamento precoce.

Fonti principali:

MIT – Massachusetts Institute of Technology

Studio sull’uso dell’IA per rilevare segnali precoci di Alzheimer attraverso la voce.

Pubblicazione: Journal of Alzheimer’s Disease Reports, 2023

DOI: 10.3233/ADR-230054

University of Toronto & University of Tokyo

Ricerca congiunta sulla correlazione tra deterioramento cognitivo lieve e cambiamenti nella fluidità verbale.

Alzheimer’s & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, 2024.

Lancaster University (UK)

Studio sulla variazione della grammatica e della coerenza linguistica nei soggetti con demenza iniziale.

Pubblicato su Neuropsychologia, 2023.

Alzheimer’s Association (USA)

Linee guida sui segnali linguistici da monitorare nelle fasi precoci della malattia.

alz.org

European Alzheimer's Disease Consortium (EADC)

Report del 2024 sui biomarcatori cognitivi e linguistici nelle malattie neurodegenerative.

Disponibile su eadc.info

National Institute on Aging (NIA – USA)

Sezione informativa ufficiale: “Changes in Communication Skills in Early Alzheimer’s”

nia.nih.gov