Anche i ghiacciai alpini sono minacciati dall’alga che tinge di rosso: è un altro segno dello scioglimento

Oltre alle temperature più elevate e alla scarsità di precipitazioni, anche la presenza di una particolare specie di alga sulla superficie dei ghiacciai europei contribuisce al processo di fusione della loro massa glaciale, come emerge da un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca.
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Federico Turrisi 17 Aprile 2020

Non ti lascerebbe certo indifferente vedere la neve e il ghiaccio delle Alpi colorarsi di rosso porpora. Ti sembrerebbe innaturale. Ma soprattutto ti dovrebbe suonare un campanello d'allarme, perché significa che si stanno sciogliendo i ghiacciai. Certo, la responsabilità maggiore della perdita di massa glaciale sulla catena alpina è da attribuire al riscaldamento globale, causato – ricordiamolo – dall'aumento della concentrazione nell'atmosfera di gas serra.

Ma ci sono anche altri fattori. Uno di questi è la presenza di organismi come alghe unicellulari, come mette in evidenza un nuovo studio realizzato dai ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca. Il fenomeno (del tutto naturale) non è nuovo, ma finora era stato studiato solo in Groenlandia e non si era andati a valutare gli effetti alle nostre latitudini. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

Le alghe sono in grado di provocare lo scurimento del ghiaccio, e quindi di diminuirne la capacità di riflettere la radiazione solare, favorendo lo scioglimento. Si entra così in un circolo vizioso, perché l'acqua di fusione permette alle alghe unicellulari di svilupparsi e moltiplicarsi. Il loro caratteristico colore porpora è dovuto ai pigmenti utilizzati nella fotosintesi. Risultato? Aumento della quantità di radiazione solare assorbita dal ghiaccio e ulteriore accelerazione della sua fusione.

In Groenlandia si era già notato che la presenza di alghe sulla calotta polare aveva provocato lo scurimento di una ampia porzione (circa 100 mila chilometri quadrati) di ghiaccio soprannominata “dark zone”. Tale scurimento andava ad aggravare lo scioglimento del ghiaccio in estate. Nelle Alpi questo fenomeno non era mai stato misurato.

I ricercatori hanno prelevato allora dei campioni dal ghiacciaio del Morteratsch, in Svizzera; hanno sequenziato il Dna degli organismi presenti sulla superficie glaciale e poi li hanno analizzati al microscopio. I risultati hanno evidenziato la presenza di colonie della specie Ancylonema nordenskioeldii, che era stata trovata in abbondanza nella dark zone in Groenlandia.

Che i nostri ghiacciai stiano soffrendo non è una novità. Questo nuovo studio italiano ci suggerisce che occorre tenere conto di una variabile in più per indagare il problema dello scioglimento dei ghiacci a 360 gradi e consentire anche previsioni più accurate.

Fonte | "Glacier algae foster ice-albedo feedback in the European Alps" pubblicato su Scientific Report il 16 marzo 2020