Anche lo stretto di Nares, la barriera ghiacciata che protegge l’Artico, è vittima dei cambiamenti climatici

È una striscia di mare ghiacciato che separa va dal Canada alla Groenlandia. Protegge l’Artico dal riscaldamento delle acque e i suoi abitanti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Negli ultimi vent’anni, però, lo stretto di Nares si è ridotto considerevolmente.
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Sara Del Dot 17 Gennaio 2021

Ha sempre protetto l’Artico e i suoi abitanti dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall’aumento delle temperature delle acque, impedendo ai ghiacci di fuoriuscire e disperdersi verso Sud. Oggi però si sta assottigliando sempre di più e potrebbe presto rischiare di scomparire.

Lo stretto di Nares è un tratto di mare ghiacciato che unisce Canada e Groenlandia, una vera e propria barriera gelata che impedisce sia l’aumento delle temperature acquatiche sia la fuoriuscita dei ghiacci artici. Alle sue estremità si formano ciclicamente delle strutture definite archi di ghiaccio, la cui parte settentrionale si scioglie durante le stagioni primaverili per poi riformarsi subito una volta arrivato l’inverno. Il ruolo di queste strutture è quello di impedire agli iceberg che compongono la lastra di ghiaccio di staccarsi e scivolare via.

Purtroppo questo spazio ghiacciato si è indebolito molto velocemente negli ultimi vent’anni.  Infatti sembra che gli archi si stiano assottigliando e anche la loro durata nel tempo si sia ridotta di molto.

A diffondere i dati, recuperati dal satellite Sentinel 1 e pubblicati sulla rivista Nature Communications, è stato il gruppo di ricercatori canadesi dell’Università di Toronto guidato da Kent Moore. Ciò che è emerso dall’analisi, hanno spiegato, è un progressivo assottigliamento degli archi ed episodi di scioglimento sempre più precoci. Nel caso in cui questa barriera naturale venisse meno e scomparisse, le conseguenze sugli ecosistemi e sulle specie già a rischio che li abitano sarebbero catastrofiche.

Fonte | Anomalous collapses of Nares Strait ice arches leads to enhanced export of Arctic sea ice, pubblicato su Nature Communications