Anche l’uomo tra le prede dei cacciatori, Oipa: “12 morti e 56 feriti nell’ultima stagione di caccia, il Governo intervenga”

I dati registrati dall’Associazione vittime della caccia mostrano uno scenario preoccupante, l’Oipa chiede al Governo di trovare delle possibili soluzioni.
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Francesco Castagna 5 Febbraio 2024

Finora "homo homini lupus est" era una massima latina, riutilizzata dal filosofo Hobbes per spiegare quale fosse per lui l'essenza dell'uomo, ovvero l'egoismo. Purtroppo oggi questo proverbio è diventato quanto di più letterale, perché in Italia i cacciatori nell'ultima stagione venatoria hanno raggiunto un triste primato, uccidendo 12 persone e ferendone ben 56. Uno scenario allarmante che è stato duramente criticato dalle associazioni animaliste tra cui l'Oipa, che in un comunicato ha definito la situazione come "un problema di salute pubblica".

Sono cinque cacciatori venuti a mancare nella stagione 2023-2024 in attività venatoria, mentre salgono a sette le persone uccise in ambito extravenatorio. Il bilancio dei feriti è nettamente maggiore, stando al report sono 45 le persone rimaste vittime di un incidente durante l'attività venatoria, mentre ammontano a 11 quelle ferite fuori dall'attività.

"Quello delle vittime della caccia è un tema ancora poco considerato dalle istituzioni. Eppure, dato il conteggio delle vittime, Governo e Parlamento dovrebbero iniziare a riflettere sul problema di sicurezza pubblica evidenziato da questi incidenti, rileva l’Oipa. Quante vittime umane, senza considerare gli animali, dovrà ancora fare l’attività venatoria prima che questa circostanza diventi un allarme sociale? Occorrerebbe un giro di vite legislativo per eliminare alla radice questo grave problema di sicurezza pubblica", si legge nel comunicato di Oipa.

Oipa chiede quindi al ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di intervenire con provvedimenti seri per limitare questo scenario di rischio. L'ultimo provvedimento emesso dal ministero di sua competenza però non sembra andare verso questa direzione, poiché prevede: la cattura di qualsiasi specie; l’allungamento di quasi due mesi della stagione venatoria e la ridefinizione delle aree protette dove è vietato cacciare.