Se ti dicessi che anche Milano una volta poteva vantare un Colosseo? Non un semplice monumento, per la precisione la città meneghina possedeva secondo le ricostruzioni l'anfiteatro più grande del nord Italia. Sebbene Milano abbia una parte romana tutta da visitare, dei fasti antichi si conosce poco, ai turisti si preferisce offrire quella visione di una città moderna, europea e alla moda.
Milano però è stato anche altro. Dopo la Medhelan dei Celti, i romani estesero il loro dominio a nord e trasformarono la città in uno dei centri più importanti del nord Italia. Non a caso, Milano -tra il III e il V secolo d.C.- è stata la capitale dell'impero romano d'Occidente.
Sui navigli, luogo che ora rappresenta uno dei centri della movida milanese, si ergeva maestoso un colosseo, dalla grandezza quasi pari a quello di Roma. Oggi in quel luogo c'è via Arena, che prende il nome per l'appunto dall'antico monumento. 155×125 metri, di cui 41×75 di arena, grande, maestoso. Fu costruito molto probabilmente nel I secolo d.C., poi una parte fu demolita nel V secolo d.C. a causa delle invasioni barbariche.
Con i materiali furono rinforzate le mura e venne eretta la Basilica di San Lorenzo. I resti di quest'opera sono ora conservati all'interno dell'anfiteatro romano. Ma un progetto innovativo sta per ridare vita all'antico anfiteatro, sono in corso dei lavori di archeologia green, con i quali si vuole realizzare PAN: Parco Amphitheatrum Naturae.
La zona all'epoca era al di fuori della cerchia muraria, in un'area ben collegata. L'edificio che si sta tentando di ricostruire da circa tre anni era ovviamente destinato a spettacoli per i gladiatori. Importanti lavori di sistemazione, ampliamento e di scavi archeologici sono stati portati avanti dalla Soprintendenza, che ha fortemente creduto in questo progetto. Spicca l'attitudine moderna di riqualificare le zone in maniera sostenibile, infatti il termine "Naturae" rimanda proprio alle intenzioni di ricreare l'anfiteatro in modo green.
Il "Colosseo" sarà ampliato con dei radiali fatti di arbusti e cespugli. I radiali sono strutture murarie che servivano a sorreggere la cavea dove stavano gli spettatori. In questo gli archeologi svolgono un lavoro fondamentale, si pongono come mediatori tra il passato e il presente e con la loro figura comunicano l'importanza di celebrare e ricordare il passato guardando al futuro. Una figura del genere è essenziale a livello pubblico per trasmettere l'idea che la sostenibilità e la tutela dell'ambiente debbano essere compresi anche nell'arte.