Api in pericolo: diminuisce l’uso dei pesticidi, ma aumentano i loro effetti nocivi sugli insetti

Secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori tedeschi e basato su dati raccolti tra il 1992 e il 2016 negli Stati Uniti, l’impatto dei pesticidi tossici sulle api e sugli altri insetti impollinatori è in aumento, nonostante un calo della quantità delle sostanze chimiche utilizzate. È chiaro che così non si possa andare avanti.
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Federico Turrisi 2 Aprile 2021

Ormai è un dato condiviso da tutta la comunità scientifica che il declino degli insetti impollinatori sia da collegare, oltre agli effetti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità, soprattutto all'inquinamento provocato dall'uso massiccio in ambito agricolo di pesticidi tossici, come i neonicotinoidi. Ti aspetteresti allora che le autorità competenti facciano qualcosa per fermare questa catastrofe, che ha ripercussioni sugli equilibri degli ecosistemi. Ed effettivamente sì, qualcosa è stato fatto. Per esempio, l'Unione Europea ha bandito l'uso di tre neonicotinoidi (l'imidacloprid, il clothianidin e il tiamethoxam). Ma ecco che arriva la doccia fredda: nonostante l'utilizzo di pesticidi sia diminuito, negli ultimi anni le api e gli altri impollinatori sono stati esposti a livelli sempre più elevati di tossicità da pesticidi.

È quanto emerge da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell'Università di Coblenza-Landau, in Germania. La conclusione a cui sono arrivati gli scienziati si basa sull'analisi di dati risalenti al periodo 1992-2016 e riguardanti solo gli Stati Uniti, ma è molto probabile che tale tendenza (minore volume di pesticidi utilizzati, ma maggiore impatto sugli insetti impollinatori) sia condivisa da altri Paesi del mondo, compresi quelli europei.

"Alcuni composti chimici sono stati sostituiti da preparati con un minore livello di tossicità per i vertebrati, e questo è davvero un successo", afferma il professor Ralf Schulz, che ha coordinato la ricerca. "Tuttavia, allo stesso tempo, i pesticidi sono diventati più specifici e quindi, purtroppo, anche più tossici per i cosiddetti «organismi non bersaglio», come gli impollinatori e gli invertebrati acquatici. Le colture geneticamente modificate, a detta dei loro sostenitori, sono state introdotte per ridurre la dipendenza dell'agricoltura dai pesticidi chimici. Questo ovviamente non è vero, se guardiamo ai livelli di tossicità".

Un possibile argine a questo problema è l'introduzione di una sorta di "tassa sui pesticidi" per incoraggiare gli agricoltori a cambiare i prodotti fitosanitari in uso e a preferire quelli meno impattanti per l'ambiente, come fa la Danimarca già dalla seconda metà degli anni Novanta. Forse non sarebbe una cattiva idea per cercare di salvare le api.

Fonte | "Applied pesticide toxicity shifts toward plants and invertebrates, even in GM crops", pubblicato su Science il 2 aprile 2021.