Arnica: un’alleata naturale per il nostro benessere

Alla scoperta di una pianta dai numerosissimi benefici, la cui storia si intreccia con quella dell’uomo.

I primi cenni storico scientifici

Nonostante le antiche culture (come quella greca e romana) debbano la propria fortuna alla navigazione marittima e non all’esplorazione alpina, l’Arnica montana – pianta officinale dalle numerose qualità curative che cresce dagli 800 metri di altitudine in su – era già nota presso queste floride civiltà. La troviamo menzionata per la prima volta nel I secolo d.C.: è molto probabile, infatti, che la pianta indicata dal medico greco Dioscoride come “alcimos” (cioè “salutare”) fosse proprio l’Arnica. La prima testimonianza scritta in cui si parla delle virtù dell’arnica come rimedio naturale per curare contusioni ed ecchimosi la troviamo nel “De arboris” di Ildegarda di Bingen (1098-1179): una monaca Benedettina, poi divenuta santa, molto attiva in campo scientifico e teologico. Dopo circa tre secoli, sul finire del Cinquecento l’Arnica inizia a comparire anche nei testi medici: il botanico tedesco Jacobus Theodorus Tabernaemontanus la indica, infatti, come rimedio naturale contro le ferite. Nel secolo successivo la sua fama si diffonde al punto che diventa nota come “panacea lapsorum” ovvero il “rimedio per le cadute,” cogliendo così pienamente la sua anima lenitiva.

La versione popolare

Ovviamente, come avviene per tutto lo scibile, anche l’Arnica ha un contraltare popolare a “fare il verso” a quello scientifico. Si crede infatti che il termine Arnica sia una distorsione del greco ptarmiké che, tradotto alla lettera, sarebbe “ciò che provoca starnuti”. Da queste osservazioni di carattere popolare, venne poi ribattezzata in “erba starnutella”. Un altro suo soprannome molto conosciuto è “tabacco di montagna” – è infatti noto che l’Arnica cresca solo a determinate altezze, e in passato gli abitanti delle località montane utilizzavano le sue foglie a mo’ di tabacco. Il soprannome che forse più di tutti coglie in pieno le sue qualità curative è “l’erba per le cadute”, e quella di alleviare il dolore dai traumi è ancora tutt’oggi una delle qualità per cui l’Arnica è ancora molto usata.

Dove trovare l’Arnica?

Oggi sono state catalogate 32 specie di Arnica; quella utilizzata per fini curativi è però solo una: parliamo dell’Arnica di montagna, dagli inconfondibili petali giallo-arancio e dalle sembianze di una margherita. La sua altezza media è di 6-8 cm, cresce in quasi tutte le zone montane d’Europa, dalla Svezia al nord della Spagna passando per Germania, Francia e arco alpino, a un’altitudine superiore agli 800 metri. Contiene 150 sostanze terapeutiche attive che sviluppano tre grandi proprietà: lenitiva, antinfiammatoria e analgesica.

Un rimedio naturale dalle numerose proprietà

È insomma un rimedio naturale per alleviare la tensione muscolare, ridurre il dolore causato da traumi o artrosi oltre ad avere proprietà cicatrizzanti, vasoprotettive e antiossidanti. La differenza, però, la fa anche il modo in cui la pianta viene trattata. Boiron, nella sua produzione di Arnica montana ha degli standard qualitativi molto elevati. La pianta viene raccolta fra il 1 giugno e il 20 luglio, durante il periodo di fioritura, e viene lavorata entro 72 ore dalla raccolta, sfruttandone tutte le parti. Dai peli delle brattee, dai capolini e dalle foglie, Boiron trae i lattoni sesquiterpenici dalle proprietà antinfiammatorie. Sempre negli steli e nelle foglie sono presenti i flavonoidi fondamentali per la loro azione antiossidante.

La ricerca della qualità

L’Arnica montana Boiron racchiude in sé decenni di ricerca ed esperienza. Il rispetto e la cura per l’ambiente sono due aspetti fondamentali per un’azienda che si affida esclusivamente a coltivatori certificati e possibilmente locali per ridurre l’impatto ambientale legato al trasporto e senza affidarsi a colture intensive – le piante vengono raccolte lontano da aree industrializzate. Per evitare di stressare un territorio, Boiron raccoglie solo il 30% delle piante presenti. Elementi, questi, che fanno la differenza sia per garantire una produzione genuina, sia per assicurarne la sostenibilità ambientale.