Artico: due fratture nel ghiacciaio più vecchio del mondo. A rischio orsi polari e foche

Nel corso del 2018 sono due le fratture registrate nel ghiacciaio pluriennale considerata l’ultima area ghiacciata della Terra. Adesso orsi polari e foche rischiano di non aver più aree per la caccia, perché troppo lontani dalla costa.
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Simona Cardillo 18 Dicembre 2018

La Terra è sempre più calda. La temperatura del nostro pianeta sta gradualmente salendo e di conseguenza i ghiacciai si stanno sciogliendo. O, peggio ancora, rompendo. Questo fenomeno mette in serio pericolo molte specie animali, tra cui l’orso polare, già a dura prova dal surriscaldamento globale degli ultimi anni, e la foca. Anche quello che era considerato l’ultimo porto sicuro per questa specie desta molta preoccupazione. La zona è quella a Nord della Groenlandia, definita l’ultima area ghiacciata della Terra. È lì che aveva resistito un grande ghiacciaio pluriennale, considerato il più antico del mondo, che fino ad ora è stata una sorta di area protetta naturale per l’orso bianco che tra quei ghiacci trova rifugio in inverno e cibo per la caccia primaverile ed estiva.

Nei decenni scorsi l’Artico era quasi interamente composto da ghiacciai sempre gelati, che sopravvivevano al susseguirsi delle stagioni e al variare delle temperature nel corso dell’anno. Con il passare del tempo la temperatura della Terra si è via via alzata. Pochi gradi, ma sufficienti a far sciogliere i ghiacciai del Polo Artico e così adesso la quasi totalità del ghiaccio artico si riforma ogni anno. Tranne appunto questa grandissima area ghiacciata, che è riuscita a resistere. Almeno fino a ora. Il 2018 è stato devastante anche per quest’ultimo habitat storico dell’orso polare. Sono ben due le fratture che si sono aperte quest’anno nell’enorme massa di ghiaccio.

Dalle immagini satellitari rilevate le prime settimane di agosto 2018 si è notato che alcuni pezzi del ghiacciaio si sono staccati e si stanno allontanando dalla costa ghiacciata. Ciò accade perché, dopo un’eccezionale ondata di caldo, lo storico ghiacciaio è diventato più sottile e quindi mobile. Il ghiaccio è più leggero e tende a spezzarsi sotto la forza dei venti che spirano dall’Atlantico al Pacifico.

Questo rappresenta un grande pericolo per la sopravvivenza di animali come l’orso polare e la foca, che usciranno dal letargo in primavera. Al loro risveglio, scaveranno buche nella neve e andranno a caccia. Se però il ghiacciaio si sarò spezzato e spostato verso il mare aperto, essi rimarranno senza un’area in cui cacciare e troppo lontani dalla costa. Gli orsi polari in particolar modo non sono nuotatori provetti e non possono quindi allontaarsi eccessivamente dalla costa. Usano il ghiaccio come “piattaforma” per riemergere durante la caccia. Il rischio è che il loro habitat si perda e così l’intera specie potrebbe subire conseguenze devastanti.

FONTE: Independent