
Al termine di un’operazione allo sportello automatico, compare spesso la domanda: “Vuoi stampare la ricevuta?”. Molti utenti selezionano “sì”, considerando lo scontrino un utile promemoria per le spese. In realtà, la ricevuta del bancomat può trasformarsi in uno strumento nelle mani dei truffatori, con conseguenze gravi come il furto di identità o l’accesso illecito al conto corrente.
In diversi Paesi europei sono già stati segnalati episodi in cui i criminali hanno raccolto ricevute lasciate incustodite agli sportelli, fingendosi poi dipendenti di banca per ingannare i clienti e ottenere informazioni sensibili.
Il problema principale è rappresentato dai dati stampati sulla ricevuta. Oltre ai dettagli della transazione, possono comparire:
numero di conto corrente
saldo disponibile
informazioni legate al profilo bancario
Questi dati, se finiscono nelle mani sbagliate, diventano una miniera d’oro per chi intende mettere a segno frodi bancarie o truffe telefoniche.
I truffatori raccolgono le ricevute abbandonate o gettate nei cestini vicino al bancomat. Grazie alle informazioni stampate, contattano i clienti fingendosi operatori dell’istituto di credito.
Con toni rassicuranti sostengono di dover “bloccare un accesso sospetto” o “verificare un’anomalia” e chiedono ulteriori dati: codice cliente, credenziali di home banking o codici temporanei. Una volta ottenute queste informazioni, hanno accesso diretto al conto e possono sottrarre il denaro, bloccando poi l’utente legittimo.
Per ridurre i rischi, gli esperti di sicurezza consigliano alcune buone pratiche:
Le truffe legate alle ricevute sono parte di un fenomeno più ampio che sfrutta la disattenzione degli utenti. Non riguarda solo i bancomat, ma anche:
telefonate da finti operatori bancari
La regola fondamentale è non condividere mai dati personali via telefono o messaggio. In caso di dubbio, è sempre meglio contattare direttamente il proprio istituto bancario attraverso i canali ufficiali.