Aumentano le uccisioni dei rinoceronti neri in Sudafrica a causa del bracconaggio

La scarsa sorveglianza sul territorio e il crollo del turismo hanno portato a un aumento del fenomeno del bracconaggio in Sudafrica. Solo nei primi sei mesi di quest’anno sono già stati abbattuti 259 rinoceronti neri, specie ad alto rischio di estinzione.
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Gaia Cortese 4 Agosto 2022

La caccia ai rinoceronti non si ferma in Sudafrica, anzi. Nei primi sei mesi di quest'anno sono stati abbattuti 259 rinoceronti, dieci in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in cui il fenomeno del bracconaggio era già in aumento dopo le restrizioni dovute alla circolazione del Covid-19 nel 2020.

La riduzione della sorveglianza e il crollo del turismo dovuti alla pandemia hanno portato a un aumento molto significativo del bracconaggio anche nei parchi nazionali più famosi. Tuttavia, se gli sforzi di conservazione e la vigilanza sono aumentati in alcuni parchi, com e per esempio nel Kruger National Park, i bracconieri non hanno perso tempo e si sono spostati in parchi privati dove poter cacciare con minor difficoltà.

Al momento l'area che rimane più colpita dal fenomeno è la provincia costiera del KwaZulu-Natal, che ha registrato una perdita di 133 rinoceronti: più del triplo rispetto ai 33 esemplari uccisi nei primi sei mesi del 2021.

In un recente comunicato Barbara Creecy, ministro delle Foreste e dell'Ambiente ha dichiarato: “Le recenti tendenze nel bracconaggio di rinoceronti mostrano un trasferimento dal Kruger Park alle riserve private e al KwaZulu-Natal, dove la maggior parte dei rinoceronti è stata uccisa quest'anno. Ciò rende ancora più importante per il governo nazionale spostare la propria attenzione sul sostegno alle autorità provinciali e alle riserve private nella guerra al bracconaggio di rinoceronti".

Complessivamente iI Sudafrica ospita circa la metà della popolazione totale di rinoceronti neri (Diceros Bicornis) "in pericolo" di estinzione nel continente africano ed è anche la patria della più grande popolazione mondiale di rinoceronti bianchi (Ceratotherium simum), il cui status non è “in pericolo”, ma "quasi minacciato”.

L'attività dei bracconieri risponde all'elevata domanda di corni che arriva dall'Asia, dove il corno di rinoceronte viene venduto a peso d'oro a causa di credenze popolari e superstizioni: in Vietnam, per esempio, è ritenuto un rimedio naturale contro ogni sorta di problema, dai postumi del consumo di alcol fino al cancro, e non di rado, è impiegato addirittura come forma di investimento.

Sul sito del WWF si legge invece che "il corno di rinoceronte viene utilizzato per produrre souvenir e oggetti ornamentali come ad esempio il manico intagliato del djambiyya, il tradizionale pugnale yemenita; viene anche ridotto in polvere e usato nella medicina tradizionale orientale".