
Palme, spiagge bianche, acque cristalline: le isole Cocos, nell'Oceano Indiano, costituite da due atolli e 27 isole coralline, ti richiamano subito alla mente l'idea di un luogo incontaminato, di un paradiso tropicale. Forse, però, è meglio usare il passato: richiamavano. Sì, perché questo spettacolo della natura potrebbe diventare un ricordo a causa dell'incuria dell'uomo e, in particolare, a causa dell'inquinamento da plastica.
Un team di ricercatori, guidati da Jennifer Lavers, dell'Institute for Marine and Antarctic Studies dell'Università della Tasmania, ha analizzato la quantità di rifiuti di plastica presente sulle isole Cocos, che appartengono all'Australia, e i dati sono scioccanti. 414 milioni di detriti antropogenici, ossia prodotti dalle attività dell’uomo e non da processi naturali, 977 mila calzature di vario tipo, 373 mila spazzolini da denti. E poi tantissimi prodotti di plastica usa e getta come sacchetti, bottigliette, cannucce. E la lista potrebbe proseguire. La somma è 238 tonnellate di plastica ritrovate sulle spiagge delle isole Cocos.
Non si può certo attribuire la responsabilità alla popolazione locale, che non supera le 600 persone. Se proprio vogliamo trovare un colpevole sono le correnti oceaniche che trasportano tonnellate e tonnellate di rifiuti, che poi si depositano in angoli remoti del pianeta, come appunto le isole Cocos. Lo studio rappresenta un indicatore veramente inquietante della quantità di rifiuti che vagano per i mari del nostro pianeta. Con danni incalcolabili per l'ecosistema marino.
Fonte| "Significant plastic accumulation on the Cocos (Keeling) Islands, Australia", pubblicato su Scientific Reports il 16 maggio 2019