
Avvistamenti come quello compiuto lo scorso sabato 29 luglio, al largo di Imperia, in Liguria di Ponente, dall'equipaggio della Corsara, la barca di Golfo Paradiso, non capitano tutti i giorni.
Mentre attraversava l'area nota come "Santuario dei Cetacei", la barca, che effettua gite quotidiane da Imperia dedicate proprio agli amanti del whalewatching, ha avvistato a 11 miglia da Capo Mele un gruppo enorme di 150 globicefali (Globicephala melas), ovvero grossi delfini dalla pelle scura, tanto affascinanti quanto rari nelle nostre acque.
Il Santuario dei Cetacei o Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo è un'area marina protetta compresa nel territorio francese, monegasco e italiano, ma un avvistamento così importante resta comunque un'eccezione.
Eppure, quella che potrebbe sembrare una bella notizia, non lo è affatto, anzi, stando agli esperti, si potrebbe trattare dell'ennesimo campanello di allarme sugli effetti del cambiamento climatico a danno delle specie animali.
Durante l'incontro eccezionale, se da una parte le persone ospiti della barca hanno potuto osservare da vicino i delfini nuotare accanto a loro, dall'altra gli esperti presenti hanno notato qualcosa che non andava nel modo di agire degli animali.
Jessica Picozzi, biologa e ricercatrice a bordo di Corsara, ha spiegato che la presenza di questo clan a quell'ora in quell'area è un evento insolito in quanto noermalmente"questi animali riposano in superficie di giorno, senza compiere grandi spostamenti, e cacciano la notte, ma i globicefali incontrati in questi due giorni saltavano fuori dall’acqua".
Inoltre, gli esperti hanno osservato una certa “agitazione di gruppo”: "È la prima volta che osserviamo questo comportamento nelle acque del Santuario Pelagos, mentre è più comune in acque oceaniche, quando gli animali incontrano dei predatori, e creano confusione per allontanarli, oppure durante le nuove nascite. Nel nostro caso erano presenti sette cuccioli di qualche settimana di vita, ma non abbiamo osservato parti in corso, né tantomeno dei predatori. Quindi è ancora da scoprire cosa accade in questo clan di globicefali, che proveremo a identificare confrontando le loro foto con quelle degli animali già presenti nel catalogo dell’Istituto di Ricerca Tethys".
A essere insolito non è stato solo l'incontro con i globicefali, ma anche il fatto che durante la stessa gita è stata avvistata una balenottera comune (Balaenoptera physalus). Si tratta del secondo animale più grande al mondo dopo la balenottera azzurra, un gigante lungo fino a 21 metri per 60 tonnellate di peso.
Dall’inizio della stagione – spiega la biologa – sono state già avvistate quattro coppie di balenottere comuni, anche con cuccioli, una delle quali incontrata durante lo scorso weekend.
Si tratta di avvistamenti inconsueti "perché qui – spiega la ricercatrice – questi cetacei si nutrono, non si riproducono. Con gli anni, però, stiamo osservando sempre più specie di cetacei che hanno iniziato a utilizzare il Santuario Pelagos come nursery".
Anche se "non c’è ancora una spiegazione scientifica al fenomeno", secondo l'ipotesi più accredita l'innalzamento delle temperature delle acque nel Santuario, dovuto al cambiamento climatico, lo sta trasformando in "un luogo adatto per partorire e allevare la prole" delle balenottere comuni.