Basta con il “business as usual”, la temperatura aumenterà di 2,8°C entro il 2100: l’ultimo report IPCC è netto

Il 13esimo rapporto sulle emissioni di gas serra 2022, dal titolo “The Closing Window” lancia un messaggio forte ai governi di tutto il mondo: ora o mai più.
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Francesco Castagna 27 Ottobre 2022

Siamo ben distanti ormai dagli avvertimenti che la comunità scientifica poteva dare ai governi di tutto il mondo negli anni passati. Ora si cambia registro e l'IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, è chiaro: non basta più cercare di limitare le quote di emissioni di CO2 a livello mondiale. Tutt'altro, serve un cambio radicale, per evitare il disastro climatico dobbiamo rapidamente trasformare le nostre società e il modo di intenderle.

Questo è ciò che si evince dal 13esimo rapporto IPCC, ma quali sono le novità? Il nuovo documento mette a paragone il livello di emissioni di gas serra secondo il trend attuale per il 2030 con quella che dovrebbe essere la situazione esemplare e necessaria per fare in modo che si possano ancora evitare gli impatti peggiori dovuti al cambiamento climatico.

Gli obiettivi

Il testo boccia gli obiettivi posti in occasione della COP26, che si è tenuta l'anno scorso a Glasgow: impegni molto timidi da parte dei governi internazionali, che produrranno una "differenza trascurabile" -come la definiscono testualmente- rispetto alle emissioni previste per il 2030. Siamo molto lontani dall'Accordo di Parigi, raggiunto il 12 dicembre 2015, per limitare il riscaldamento globale alla soglia di 2°C. Viaggiando a questi ritmi la situazione è allarmante: le politiche dei governi internazionali prevedono un aumento a 2,8°C entro il 2100.

Anche se i governi internazionali dovessero riuscire a portare a termine tutti gli obiettivi e le promesse fatte, il riscaldamento globale diminuirà in misura minima, passando dai 2,8°C ai 2,6°C o massimo 2,4°C.

È questo il futuro che ci aspetta allo stato attuale delle cose. Per ridurre in maniera significativa le emissioni di gas serra entro il 2030 è necessario rivoluzionare una serie di settori, partendo dalle azioni necessarie nei settori della fornitura di energia elettrica, dell'industria, dei trasporti e degli edifici, nei sistemi alimentare e finanziario.

È la copertina stessa a essere significativa della situazione a cui andremo incontro: una scala rotta verso una finestra che mostra un futuro verde e sereno. Il messaggio è che non abbiamo le basi e siamo totalmente impreparati per raggiungere un orizzonte tale, che mentre saliamo inciampiamo nei nostri stessi errori.

In sostanza di tempo non ce n'è davvero più, è quello che scrive all'inizio del report, Inger Andersen, Direttrice del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente.

"È un'impresa ardua trasformare i nostri sistemi in soli otto anni? Sì. Possiamo ridurre le emissioni di gas serra di così tanto in questo lasso di tempo? Forse no. Ma dobbiamo provarci. Ogni frazione di grado è importante: per le comunità vulnerabili, per le specie e gli ecosistemi e per ognuno di noi. Soprattutto, stiamo comunque preparando un futuro a zero emissioni di carbonio, che ci permetterà di ridurre i superamenti di temperatura e di ottenere altri benefici, come l'aria pulita", ha detto Inger Andersen.

Non c'è più tempo

Per questo motivo, sul fronte energetico, l'IPCC segnala che è ormai urgente per i governi nazionali rimuovere i sussidi ambientalmente dannosi, ogni barriera per lo sviluppo delle rinnovabili, fermare l'espansione di ulteriori infrastrutture di combustibili fossili.

A livello internazionale le nazioni dovranno cooperare per sostenere iniziative sull'elettricità senza emissioni, sulla flessibilità del sistema elettrico e sulle soluzioni di interconnessione. Mentre è più consigliato ai governi locali, le aziende, gli investitori e i cittadini di puntare, investire e promuovere completamente lo sviluppo di energie rinnovabili.

Il settore industriale

Sul fronte industriale i governi dovranno sostenere processi industriali a zero emissioni di carbonio, promuovere il flusso circolare dei materiali e l'elettrificazione. Si impegneranno poi nel sostenere meccanismi alternativi di tariffazione della Co2 e nell'incentivare e promuovere la ricerca e l'innovazione, nell'ottica di una giusta transizione energetica.

Il settore dei trasporti e dell'edilizia

Per i trasporti i concetti chiave sono: "veicoli a zero emissioni", "incentivare i carburanti a zero emissioni di carbonio per l'aviazione" e "infrastrutture di trasporto a zero emissioni". Lo stesso vale per il settore dell'edilizia, per il quale è ormai necessario integrare i requisiti di basse emissioni nella pianificazione urbana.

Il settore alimentare

Anche nel settore alimentare l'IPCC riconosce ci sia bisogno di ripensare i sistemi alimentari attuali, cioè il modo in cui si produce il cibo fino alla vendita. Trasformare i sistemi alimentari è importante per affrontare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale e per migliorare anche la salute delle persone.

Anche perché il settore alimentare è responsabile di "un terzo delle emissioni totali di gas serra, ovvero 18 GtCO2e/anno (range: 14-22 GtCO2e). Il contributo maggiore deriva dalla produzione agricola (7,1 GtCO2e, 39%), compresa la produzione di input come i fertilizzanti, seguita dai cambiamenti nell'uso del suolo (5,7 GtCO2e, 39%). (5,7 GtCO2e, 32%) e le attività della catena di approvvigionamento (5,2 GtCO e, 29%). Quest'ultima comprende la vendita al dettaglio, i trasporti, consumo, produzione di carburante, gestione dei rifiuti, processi industriali e imballaggio".

Su questo, l'IPCC chiede di intervenire con un pacchetto di misure che comprenda:

  • Meno perdite e sprechi
  • Diete flexitariane, pescetariane, vegetariane e vegane
  • Ridurre la conversione delle zone umide costiere
  • Ridurre la conversione delle torbiere
  • Ridurre la conversione delle praterie
  • Riduzione della deforestazione
  • Gestione del letame
  • Gestione dei nutrienti delle colture
  • Gestione del riso
  • Composizione dei mangimi
  • Gestione del carbonio del suolo nei pascoli
  • Gestione del carbonio nel suolo nelle coltivazioni
  • Decarbonizzare le catene di approvvigionamento

Il settore finanziario

La finanza verde deve diventare centrale a livello globale. Un settore che pian piano dovrà abbandonare la dipendenza dai combustibili fossili e diventare a basse emissioni di carbonio.

Per questo motivo, l'IPCC ritiene che, per realizzare una trasformazione globale anche i sistemi finanziari debbano fare la loro parte, aumentando gli investimenti globali per la mitigazione della temperatura in maniera significativa, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, tramite sei soluzioni che vengono chiamate "proiettili d'argento", tra cui, per esempio, lo svolgere un ruolo più attivo per stimolare i mercati finanziari mentre si accelerano i mercati di nuovi prodotti.

L'organismo più alto delle Nazioni Unite