Se ti dico docce gelate, digiuno intermittente, camera iperbarica. Forse ne avrai già sentito parlare perché sono tutti metodi, anche un po' estremi, per conservare la salute e mantenersi sempre al top della forma fisica. Tutto questo rientra nel mondo del biohacking, termine utilizzato per indicare una sorta di riprogrammazione del corpo umano e deriva dall'unione delle parole "biology" e "hacker" che ci fanno intendere un tentativo di "hackeraggio" del patrimonio biologico/genetico dell'essere umano su sé stesso.
La scienza e la tecnologia sono utilizzate, cioè, per la riprogrammazione di abitudini e stili di vita per raggiungere una serie di obiettivi come aumento dell’energia e della produttività, diminuzione della stanchezza mentale, maggiore longevità, miglioramento dell’umore e dello stato di salute generale. Tutto questo sarebbe possibile grazie a un rinnovamento del DNA umano e un controllo molto rigido di attività come alimentazione, sonno e attività fisica.
"Il concetto di biohacking è molto ampio – commenta il Dott. Albert Kasongo, medico vaccinologo – la base da cui parte è la tendenza a voler programmare la propria vita in maniera più salutare. Partiamo dal presupposto che il concetto di hackeraggio ha un'accezione negativa e, nel caso della biologia umana, consiste nell'introduzione di comportamenti forzati come digiuno intermittente, trapianto di cellule staminali, bagni ghiacciati (detti anche "cold plunge", ndr) e perfino l’installazione di microchip sottocutanei".
Ma quanto possiamo ritenere scientifiche queste pratiche? "Il digiuno intermittente – continua il medico – viene studiato da tempo, alcuni confermano l’utilità ma il problema deriva dalle pratiche che ne fanno certi personaggi che poi diffondono con molta leggerezza. Se si tratta solo di meditazione ok, se si inizia a sperimentare con l'alimentazione o con il sangue ci sono rischi. Sono tutte pratiche che andrebbero fatte sotto supervisione e mai da decidere autonomamente. Il bagno ghiacciato, ad esempio, può essere utile ma, se non sai di soffrire di ipertensione, c’è il rischio che ti possa partire un embolo".
Insomma, è essenziale sapere con esattezza quali sono le tue condizioni di salute prima di iniziare qualsiasi pratica. Se consideriamo il biohacking una sorta di riprogrammazione delle proprie abitudini di vita come fare attività fisica e migliorare lo stile di alimentazione, "crea sicuramente un miglioramento globale, ma il resto deve essere fatto con criterio anche perché molte di queste pratiche non sono ufficializzate – conclude Kasongo.