Borghi contro la posizione delle stazioni meteorologiche. Arpa Piemonte: “I nostri picchi record della temperatura sono affidabili”

Sui social del senatore Borghi (Lega Salvini) si è accesa una polemica sulla valenza dei dati provenienti dalle stazioni meteorologiche disposte sul territorio italiano. Abbiamo contattato il presidente di Arpa Piemonte, Secondo Barbero, per approfondire l’argomento.
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Francesco Castagna 31 Luglio 2023

Da una parte della politica (e non solo) arrivano nuovi dubbi sul cambiamento climatico, questa volta a firma del senatore leghista Claudio Borghi. Il politico ha pubblicato sui suoi account social alcuni dubbi sulla posizione delle stazioni meteorologiche.

Secondo l'esponente del Carroccio sarebbero state posizionate in luoghi dove le emissioni di gas climalteranti sono maggiori, come negli aeroporti o nelle stazioni dei treni. Borghi, inoltre, sostiene che l'incremento negli anni dell'uso domestico e pubblico dei condizionatori porterebbe a una conseguente alterazione delle informazioni ottenute dagli strumenti di rilevazione.

In sostanza sostiene che "il microclima di alcune stazioni meteo possa essere falsato dai cambiamenti del tessuto urbano (più asfalto, aria condizionata, aerei in manovra per le stazioni negli aeroporti ecc)", come scrive in un tweet.

Per sostenere le sue tesi il politico ha posto una serie di interrogativi, ai quali vorremmo rispondere per fare chiarezza. Per capire cosa c'è di vero o meno nelle sue affermazioni, ma anche per far sì che la questione non assuma un carattere politico abbiamo intervistato Secondo Barbero, presidente Arpa Piemonte. Intanto vorremo offrirvi una piccola anticipazione sulla questione: secondo Barbero, è vero che in Italia esistono delle stazioni posizionate in luoghi non conformi, ma non sono quelle utilizzate per le rilevazioni dei picchi record di temperatura.

Presidente Barbero, come vengono scelte le posizioni delle stazioni meteorologiche?

Partiamo dal dire che le centraline meteorologiche sono delle stazioni che devono presentare dei requisiti dell'Organizzazione mondiale di Meteorologia. Noi ne abbiamo circa 350 che misurano la temperatura dell'aria locale. Le caratteristiche principali sono due: da una parte il termometro che viene utilizzato deve avere una precisione molto elevata, e soprattutto deve avere una costante manutenzione e verifica che i sensori siano tarati: significa che le misure che vengono rilevate siano effettivamente corrette. C'è una catena di taratura, un sistema di controllo della taratura degli strumenti che viene fatto attualmente.

Questo dal punto di vista della qualità del dato. C'è poi un altro aspetto che è la significatività del dato, cioè dove queste stazioni sono collocate. Queste stazioni dovrebbero essere disposte in un area ad almeno un metro e mezzo/due metri di altezza dal piano campagna, ed essere ubicate in un area al di sotto del quale si trova un prato verde. Ovviamente la temperatura dell'aria è influenzata dal contesto e dal contorno.

Quali sono le regole? Non devono essere messe in zone piene di cemento o troppo vicine a edifici o muri. 

Possiamo dire che è vero che una centralina del genere non dovrebbe trovarsi nei pressi di un aeroporto, stazione dei treni o vicino allo scarico dei condizionatori?

L'ubicazione sicuramente deve rispettare dei requisiti di cui parlavamo prima. All'interno di un aeroporto può esserci, ma deve essere ubicata in un uno spazio che non è certamente sull'asfalto della pista, anzi deve rispettare dei requisiti. Lo stesso vale in un'area urbana, purché si trovi in un parco.

Bisogna tenere presente che noi con questi strumenti misuriamo anche un effetto particolare delle aree urbane: il fatto di avere delle isole di calore, quindi è assolutamente normale che nelle aree rurali si registri un'altra temperatura rispetto a quelle urbane. Sono fattori che consideriamo, non possono essere sovrapponibili ad altri registrati altrove.

Siete a conoscenza di centraline posizionate in luoghi non idonei? Se è così, come leggete questi dati? 

Normalmente l'interpretazione di una rete di monitoraggio è sempre oggetto di compromessi. Noi dobbiamo sia privilegiare il fatto di avere molti dati, perché quando facciamo delle elaborazioni che riguardano dei territori – se ci sono più dati – vuol dire che le analisi sono state fatte a tutti i livelli di altitudine e quindi offrono più precisione. Dall'altra parte sappiamo che non tutti i siti rispettano al 100% le regole dell'Organizzazione Mondiale della Meteorologia.

Ci sono due livelli di valutazione: quando dobbiamo fare un confronto storico con i dati, allora usiamo solo le centraline che rispettano tutti i requisiti. Quando dobbiamo dire che facciamo un record assoluto di temperatura, dobbiamo confrontarlo con delle misure omogenee. Abbiamo dei siti di riferimento, che sono quelli standard, e su quelli possiamo fare anche delle valutazioni dei cambiamenti climatici e dei trend evolutivi delle temperature.

Su altri siti, che non rispettano questi requisiti, questo tipo tipo di ragionamento potrebbe essere fuorviante e dare delle indicazioni errate.

Possiamo affermare quindi che, quando leggiamo di picchi record di temperatura, lo facciamo tramite delle informazioni provenienti da centraline idonee?

Se sta parlando delle analisi che facciamo noi di ARPA le posso dire di sì. Quello che leggiamo su alcuni giornali non è sempre una garanzia, io consiglio sempre di ricercare le informazioni dei soggetti che istituzionalmente hanno la competenza sulla materia.

I condizionatori vicini alle stazioni possono alterare i dati ottenuti?

Qualunque strumento termico che produce calore va a influenzare localmente le temperature. Se si misura la temperatura in prossimità di questi strumenti si sta sicuramente sovrastimando la temperatura dell'aria, intesa come valore standard da considerare come riferimento. Magari può essere anche corretto come valore, ma non è confrontabile con una serie storica.

C'è poi un altro elemento da considerare, che sono le lunghe serie degli osservatori climatici di un tempo. Ci sono dei siti che sono dei punti di misura storici, che magari hanno una serie di 100 anni (o anche di più) di dati installate all'interno delle aree urbane perché al tempo gli osservatori misuravano le temperature manualmente e giornalmente. Questi tipi di siti si sono mantenuti nel tempo, proprio per consentire di continuare la serie storica di dati per poter vedere come la temperatura dell'aria stia cambiando ai giorni d'oggi. Quelli sono ancora dei siti particolarmente rilevanti sui quali è importante mantenere una serie storica.

In conclusione possiamo dire che abbiamo molti dati, ma di questi solo alcuni sono di qualità e confrontabili con serie storiche. L'importante, sempre, è che le notizie facciano riferimento a questi dati. Peraltro noi come agenzia, assieme a ISPRA, abbiamo recentemente pubblicato gli indicatori del clima dell'anno 2022, che utilizza proprio queste informazioni. Questi sono i classici studi e documenti che hanno una valenza scientifica e che sono da considerare dei modelli di riferimento.

Secondo il rapporto caldo record e siccità 2022 "il 2022 è stato il quinto anno più caldo della serie storica, in Italia con un’anomalia media di +1,23°C rispetto al valore climatologico 1991-2020, il 2022 è risultato l’anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021. Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2°C si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09°C) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre".