Bosco Ficuzza, storia di un’antica riserva siciliana che potrebbe trasformarsi in un parco avventura

In Sicilia un parco avventura verrà realizzato in una delle aree protette dell’isola. Ma è questo l’unico modo per renderle fruibili?
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
31 Gennaio 2023 * ultima modifica il 01/02/2023
Intervista a Prof. Giuseppe Barbera Professore ordinario di Colture Arboree all'Università di Palermo

Unico progetto finanziato in Sicilia tra sedici interventi approvati dal Ministero del Turismo, il “Gal Terre Normanne” si è aggiudicato circa 2 milioni di euro per la realizzazione di un parco avventura nella Riserva Naturale Orientata di Bosco della Ficuzza nel palermitano.

L’iniziativa fa parte di una rosa di proposte per rilanciare il turismo montano nella provincia di Palermo, che prevede tra l’altro il rinnovo di un ex convento del Duecento a Corleone ed un museo del vino a San Cipirello (valore complessivo degli interventi di circa 6 milioni di euro).

Il parco avventura di Ficuzza

Il progetto di Ficuzza, messo a punto d'intesa con il Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione Siciliana, prevede un’area attrezzata, aperta otto mesi l’anno, sviluppata su circa 10 ettari all’interno della riserva. Percorsi acrobatici, teleferiche, tirolesi, piattaforme installate sugli alberi, un campo di orienteering e il climbing-wall per l'arrampicata sportiva, oltre al noleggio di quad, biciclette ed e-bike per escursioni anche con l'assistenza di guide professioniste, queste ed altre le attività possibili.

I più audaci potranno sorvolare il bosco in parapendio con un istruttore, mentre chi preferisce restare coi piedi per terra, potrà praticare astro-trekking e birdwatching, anche rimanendo all’interno di geodomi mobili (tende a forma di igloo con tetto trasparente).

È prevista inoltre la realizzazione di un trenino panoramico ad alimentazione ibrida che dalla piazza principale del Borgo Ficuzza consentirà escursioni ripercorrendo un'antica tratta ferroviaria di fine ‘800 e un punto di ricarica delle biciclette elettriche, con spogliatoi e officina meccanica. Un progetto piuttosto articolato che potrebbe portare parecchi visitatori in una delle aree protette più delicate della Sicilia.

L’area protetta come un parco giochi?

Ma la realizzazione di un parco avventura è l’unico modo per rendere fruibili le nostre aree protette? Si sono posti questa domanda vari rappresentanti della società civile, tra cui il Prof. Giuseppe Barbera, già professore ordinario di Colture Arboree all'Università di Palermo e autore di svariate pubblicazioni su botanica, sistemi e paesaggi rurali del Mediterraneo.

“La riserva di Bosco della Ficuzza è sia un SIC che una ZPS (acronimi che indicano un Sito di interesse comunitario ed una Zona di Protezione Speciale; ndr), oltre che un sito di rilevanza straordinaria dal punto di vista storico-culturale” spiega il Prof. Barbera, che si chiede “come conciliare strutture del genere con l’idea di tutela del paesaggio e di fruizione degli ambienti naturali?”. Tra problemi legati al sovrappascolo e l’invasione di daini e cinghiali che, in assenza di predatori naturali, proliferano senza controllo, il delicato equilibrio della foresta potrebbe ora essere messo a dura prova da una massiccia presenza turistica.

“Come conciliare strutture del genere con l’idea di tutela del paesaggio e di fruizione degli ambienti naturali?”

“Ficuzza ha delle potenzialità eco-turistiche immense”, spiega il Prof. Barbera, “Ci sono strutture abbandonate che potrebbero essere recuperate ed i sentieri ripensati, per connettere punti di interesse straordinari sia per la storia del luogo che per le emergenze ambientali. Il tutto può essere fatto nel completo rispetto della natura. Un’antica foresta pensata come un parco giochi è assurdo”.

In Sicilia sono presenti altri esempi di parco avventura, ma interessano per la maggior parte zone non così pregevoli dal punto di vista naturalistico. Gli altri parchi avventura siciliani sono infatti localizzati o in zone periferiche di parchi naturali (es. l’Etna) o in zone non protette che sono state rivalorizzate (es. rimboschimenti nella zona di Santa Ninfa nel trapanese e Lago Pozzillo nell’ennese).

L’unico altro esempio di parco avventura all’interno di un parco naturale è il Parco Avventura di Petralia Sottana, nel geopark Unesco delle Madonie, che interessa però un’area di rimboschimento degli anni ’70, non certamente pregevole da un punto di vista naturalistico come quella degli antichi boschi della Ficuzza.

La riserva naturale

Protetti dai venti di scirocco dall’imponente mole della Rocca Busambra, vera e propria cattedrale di calcare che si innalza per circa mille e seicento metri, i boschi di Ficuzza e del Cappelliere si estendono per oltre 5.000 ettari e sono un simbolo della foresta siciliana nel suo aspetto più antico. Lecci, sughere, roverelle, tantissime specie arboree e floreali, tra cui parecchi endemismi, custodiscono preziose zone umide nonché le testimonianze di un pezzo di storia dell’Isola.

Nell’antica riserva di caccia del re Ferdinando IV di Borbone, come ricorda lo splendido palazzo reale cui fa da quinta il paesaggio minerale della Busambra, immersi nel bosco si trovano il “pulpito del re”, un antico altare di roccia usato per gli appostamenti durante le battute, ed il Gorgo del Drago, specchio d’acqua naturale trasformato in peschiera.

Un territorio straordinario che certamente deve essere valorizzato nel completo rispetto dell’ambiente e delle tradizioni. La ricchezza della Ficuzza, del resto, così come quella della Sicilia intera, risiede non solo nella presenza della copertura vegetale, oggi arma essenziale contro l’aumento di anidride carbonica in atmosfera, ma anche nell’unicità del paesaggio che va tutelato e reso fruibile in maniera intelligente e sostenibile per chi verrà dopo di noi.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…