Burberry rinuncia alle pelli esotiche, ma senza gli animalisti sarebbe tutto come prima

Hai mai comprato un capo di pelle? Sapevi che le pelli esotiche vengono realizzate per la maggior parte dei casi con trattamenti orribili per gli animali? Burberry ha deciso di mettere al bando questi materiali, ma si tratta soltanto di un’operazione arrivata dopo le pressioni delle associazioni animaliste.
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Francesco Castagna 24 Maggio 2022

Svolta storica per il brand di moda di lusso britannico. In casa Burberry, il direttore creativo Riccardo Tisci e l'azienda di moda hanno deciso che le pelli esotiche usate per i loro capi non vanno più di moda. Ed effettivamente è proprio questo il punto.

Per chi segue il mondo del fashion e dello stile la decisione di Burberry appare come una svolta storica. In realtà, guardando con occhi un po' più distaccati ciò che è successo, si tratta esclusivamente di una decisione presa dalla maison sotto spinta delle proteste dei movimenti animalisti, non di certo di un bagno di consapevolezza.

Le pelli esotiche, infatti, ovvero quelle di alligatore, struzzo e cammello ad esempio, sono tutt'ora un vanto per le case di moda, che le usano per arricchire i loro capi o i loro accessori. Burberry ha deciso di mettere al bando dalle sue collezioni pitone, serpente d'acqua e alligatore. 

Nel 2018 aveva fatto lo stesso per le pellicce, come quasi ormai tutti i brand di lusso. Ma per le pelli esotiche la situazione è diversa: queste pelli infatti sono molto ambite perché possono essere utilizzate sia per le stagioni calde che per quelle fredde. A differenza delle pellicce infatti questi materiali possono essere utilizzati sia d'inverno che d'estate per impreziosire accessori come borse, portafogli, scarpe e cinture.

Già nel 2020 era successo che il gruppo Pvh corp., di cui fanno parte Calvin Klein e Tommy Hilfiger, vietasse le pelli esotiche. Ciò solamente dopo che l'organizzazione americana per i diritti degli animali PETA aveva diffuso un video realizzato dall'unità investigativa interna. Nel video vengono denunciati i trattamenti scioccanti ai quali sono sottoposti gli animali, che poi diventano parte di borse o di portafogli.

L'associazione inoltre ha comprato azioni di maison come LVMH, Hermès e Prada mettere fine all'uso di pellami esotici.  Verrebbe da chiedersi se siano solo questi i mezzi per contrastare le orribili azioni di cui si macchiano indirettamente anche le case di moda di lusso. Di certo i trend del pubblico fanno da ago della bilancia, che ultimamente sta tendendo sempre di più verso le questioni ambientali ed etiche.

In un rapporto del 2019 del Mintel  emerge come il 37% dei consumatori del Regno Unito affermi che il benessere degli animali è la questione più importante, mentre circa la metà dei millennial vuole conoscere in modo trasparente da dove arrivano e in che modo vengono realizzati i prodotti che comprano.

La domanda da farsi è: quando i brand cominceranno a presentarsi come sostenibili ed eticamente corretti senza che ciò derivi dal trend del loro pubblico o da pressioni esterne?