Camminare sulla neve in estate, in Sicilia: la “Festa della Neve”

Sulle Madonie alcune neviere mantengono la neve nei mesi caldi grazie ad un particolare microclima. Una manifestazione rievoca ogni anno l’antico commercio del ghiaccio.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
12 Luglio 2023 * ultima modifica il 13/07/2023

Non molti sanno che in Sicilia, ogni terza domenica di luglio, si celebra la “Festa della Neve”. Sì, avete letto bene. Mentre sulle coste dell’isola le spiagge sono affollate e, come di consueto, le temperature superano i trenta gradi centigradi, sul tetto delle montagne delle Madonie, a circa 2000 metri di altezza, ogni anno un nutrito gruppo di appassionati si ritrova al cospetto degli ultimi lembi di neve della stagione invernale per preparare le granite artigianali e celebrare questo “miracolo” della natura. Una tradizione, oggi minacciata dal riscaldamento globale, che affonda le radici nell’antico commercio del ghiaccio e in tradizioni culinarie ormai dominate dall’avvento della tecnologia. Vediamo di che si tratta.

Un'immagine del nevaio della Principessa (1880 m s.l.m.) nel Parco delle Madonie (foto del C.A.I. sez. Polizzi Generosa)

La neve estiva più a sud d’Europa

Il glacionevato del Calderone, sul Gran Sasso, è considerato il corpo glaciale più a sud d’Italia, e probabilmente anche d’Europa. Tuttavia non molti sanno che sulle montagne siciliane la neve può conservarsi per quasi tutta l’estate. Tralasciando l’Etna, dove la neve invernale, se ricoperta dalla cenere del vulcano, può ghiacciare e preservarsi per anni, l’altopiano carsico del Carbonara, sulle Madonie (a circa 100 km da Palermo), è l’unico sito in cui alcuni nevai si conservano durante la stagione calda grazie a un particolare microclima. Le numerose doline presenti sul massiccio, composto prevalentemente da rocce calcaree, formano spesso strutture “a pozzo” che non consentono la penetrazione dei raggi solari e favoriscono gli accumuli nevosi invernali. Ad oltre 1900 metri di quota, dunque, la neve invernale si accumula anche a metri, grazie al vento, e riempie queste morfologie dove si può conservare nei mesi primaverili ed estivi, soprattutto se questi ultimi sono stati poco piovosi. La dolina più famosa e più facilmente raggiungibile si trova sul Piano della Principessa ed è facilmente raggiungibile da Piano Battaglia in circa 1 ora e mezza di cammino.

La Festa della Neve

Ogni terza domenica di luglio, da diversi anni, il Club Alpino Italiano sez. di Polizzi Generosa organizza un’escursione guidata alla neviera naturale della Principessa. Si tratta della “Festa della Neve”, in piena estate, e coinvolge ogni anno sempre un maggior numero di partecipanti. L’escursione fa tappa in alcuni dei punti più belli del Parco delle Madonie per poi terminare nel cuore dell’altopiano del Carbonara con la discesa nella neviera. Qui, con l’aiuto di un mastro gelatiere, parte della neve viene utilizzata per preparare la granita direttamente sul posto, esattamente come si faceva in antichità. Questo “rito”, infatti, oltre a richiamare alla memoria la preparazione artigianale delle granite e dei gelati, rievoca l’antico commercio del ghiaccio in Sicilia che coinvolgeva sia neviere naturali che artificiali.

Preparazione della granita direttamente sul nevaio (foto del C.A.I. sez. Polizzi Generosa)

Il commercio di neve e ghiaccio nella Sicilia antica

Il commercio delle nevi e del ghiaccio in Sicilia è iniziato a metà del Cinquecento, durante la dominazione spagnola. I nevaioli, così si chiamava chi lavorava in questo settore, raggiungevano le neviere dopo ogni nevicata per pressare la neve caduta, in modo da renderla compatta e favorire la formazione di una massa ghiacciata. Al termine della stagione fredda, la massa veniva ricoperta con materiali termoisolanti come paglia, fieno, foglie o ramaglia per garantirne la protezione dal calore dell’ambiente circostante. Durante la stagione estiva i lavoratori tornavano alle neviere con gli asini o a piedi, per tagliare e caricare i blocchi di ghiaccio da portare nei paesi e nelle principali città siciliane, sempre proteggendo le masse ghiacciate con materiali naturali.

Il lavoro di questi uomini ha garantito per diversi secoli il commercio del ghiaccio in Sicilia, oltre alla produzione di deliziose leccornie come gelati, sorbetti e granite. Un ciclo produttivo molto redditizio che si è interrotto solamente agli inizi del Novecento con l’arrivo dei primi frigoriferi.

Un'attività che ha coinvolto quasi tutte le principali montagne siciliane, dai monti del Trapanese alle Madonie, appunto, dove si sono contate circa cento neviere, fino ai Peloritani, passando per i Nebrodi e l’Etna. Sul vulcano siciliano, per esempio, venivano sfruttati i tunnel lavici, ovvero delle cavità create dallo scorrimento delle colate di lava, dove la neve veniva stipata e pressata. L’Etna è stato il principale fornitore di ghiaccio non solo per tutta la Sicilia orientale, ma anche per Malta e Tunisi, dove i carichi venivano inviati via nave.

Una realtà oggi completamente estinta, che può essere rievocata partecipando alla più bizzarra escursione siciliana. Appuntamento il 16 luglio sulle Madonie.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…