Canale di Suez, migliaia di animali sono bloccati sulle navi in coda: a rischio la loro salute e quella degli equipaggi

Potrebbero essere almeno 14 le navi adibite al trasporto di bestiame bloccate all’interno o nelle vicinanze del canale di Suez in seguito all’incidente della nave portacontainer Ever Given. Le organizzazioni animaliste lanciano l’allarme: “Si tratta di una potenziale bomba a orologeria a rischio biologico per gli animali e per le persone a bordo”.
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Federico Turrisi 29 Marzo 2021

Sicuramente avrai seguito la vicenda della nave cargo Ever Given che si è incagliata nel canale di Suez, bloccando una delle vie di comunicazioni più importanti del mondo per il traffico marittimo. Sono oltre 300 le navi in coda che stanno aspettando lo sblocco del canale artificiale che unisce mar Mediterraneo e mar Rosso. Tra queste ce ne sono alcune che trasportano capi di bestiame.

I dati sono incerti, ma secondo Bloomberg sarebbero almeno 14 le navi con animali a bordo bloccate dentro e intorno al canale di Suez. Per l'organizzazione Animals International gli animali fermi in mare potrebbero essere più di 200 mila: nelle acque della Giordania, per esempio, ci sarebbero decine di migliaia di pecore bloccate a bordo, partite dalla Romania e dirette verso l'Arabia Saudita, che le acquista vive per poterle macellare secondo le loro tradizioni religiose.

In generale, questo è un bel problema. Gli animali vivi non sono infatti merci come le altre: hanno bisogno di acqua e cibo, e le scorte a bordo potrebbero finire per via della sosta più lunga del previsto. Si potrebbero ammalare e morire, mettendo a rischio non solo la salute di tutta la mandria, ma anche quella dei membri dell'equipaggio delle navi.

"La mia più grande paura è che gli animali finiscano il cibo e l'acqua e rimangano bloccati sulle navi perché non possono essere scaricati da qualche altra parte per motivi burocratici", ha affermato la coordinatrice per l'Europa di Animals International Gerit Weidinger, intervistata dal quotidiano britannico The Guardian. "L'equipaggio non può liberarsi dei corpi degli animali morti nel canale di Suez. Siamo di fronte a una possibile bomba a orologeria a rischio biologico per gli animali, l'equipaggio e qualsiasi altra persona coinvolta".

Un incidente del genere mostra ancora una volta quanto possa essere pericoloso il trasporto di animali vivi rispetto all'import/export di carne refrigerata e congelata. Eppure, l'attuale pandemia dovrebbe averci insegnato quanto sia importante la biosicurezza per l'industria dell'allevamento di bestiame. Non permettere di tenere ammassati gli animali in condizioni precarie non è soltanto una lotta delle ong animaliste; dovrebbe essere una questione di salute pubblica.