La polmonite da Mycoplasma pneumoniae, che ha riempito i pronto soccorso in Cina, è arrivata anche in Italia: proprio in questi giorni l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha segnalato due casi di bambini ricoverati con sintomi respiratori a Perugia, a cui si aggiungono diversi casi di positività al batterio in Emilia Romagna.

Le notizie dei numerosi casi in Cina, ma soprattutto le immagini delle code nei pronto soccorso pediatrici, seguiti da altri casi segnalati in Francia, Olanda e Danimarca, hanno generato diversi timori sulla natura di queste polmoniti, tanto che è intervenuta anche l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con una richiesta di ulteriori chiarimenti alle autorità cinesi.

Proprio a fronte di questo clima di preoccupazione, il dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità è intervenuto con un aggiornamento pubblicando le faq più ricorrenti sull'argomento.

Che cos'è il Mycoplasma pneumoniae?

Anche se ne sta parlando spesso sui media, italiani ed esteri, il Mycoplasma pneumoniae è un  "patogeno ben conosciuto da anni, e l’infezione da Mycoplasma è piuttosto comune, soprattutto fino ai sei anni di età. Periodicamente si registrano epidemie", rassicura l'Iss.

Il Mycoplasma pneumoniae è un batterio – si legge sull'aggiornamento – che colonizza il tratto respiratorio, causando infezioni che vanno da sintomi lievi e spesso autolimitanti (raffreddori, faringiti) fino a forme più severe come la polmonite.

"In particolare, questo microrganismo – spiega l'Iss – è comunemente noto come agente eziologico per la polmonite atipica, in grado di manifestarsi in soggetti in età prescolare, giovani adulti e in soggetti con complicanze o alterazioni immunologiche". In linguaggio medico si definisce "polmonite atipica" un tipo di polmonite una lieve forma di polmonite acquisita in comunità che non richiede riposo a letto o ricovero.

Da dove viene?

Dopo il trauma che ha lasciato in tutto il mondo il Covid-19, quando iniziano a circolare notizie dell'aumento dei casi di una certa malattia è naturale aver paura. Ma su questo punto l'Istituto Superiore di Sanità è stato chiaro: "Ora che è aumentata l’attenzione per questo batterio si cominciano a segnalare casi anche nel nostro paese dove, è bene ribadirlo, il Mycoplasma è sempre circolato in comunità. La sua identificazione tempestiva mostra come la rete di sorveglianza sia in grado di registrarne la presenza e, di conseguenza, anche un eventuale aumento nel numero di casi nel tempo".

Come si cura?

Anche per quanto riguarda le conseguenze sulla salute dell'individuo, l'Iss ha cercato di rispondere ai timori più diffusi: "L'infezione generalmente non dà sintomi, o dà una sintomatologia lieve di tipo respiratorio".

Solo, quindi, in alcuni casi può provocare una polmonite, che nelle situazioni più gravi può richiedere il ricovero ospedaliero. Inoltre, il Mycoplasma pneumoniae può essere presente insieme ad altri patogeni, come ad esempio i virus respiratori: in questi casi "questa co-infezione sostenuta da più patogeni, può aggravare la sintomatologia e richiedere un ricovero ospedaliero", sottolinea l'Iss.

Tuttavia, l'aggiornamento dell'Iss punta a rassicurare la comunità, insistendo sulla conoscenza che abbiamo di questo agente patogeno e quindi anche delle possibili terapie da intraprendere: "Fortunatamente il Mycoplasma pneumoniae è sensibile – ribadisce il dipartimento di Malattie infettive dell'Iss – a diversi antibiotici e quindi l’infezione può essere curata tramite l’applicazione di protocolli medici ben conosciuti e verificati".

Fonte | Iss;