La lotta alla crisi climatica non può avere successo senza passare attraverso una rivoluzione degli stili alimentari basata su una riduzione del consumo di carne, pesce e prodotti di origine animale. È sulla base di questa convinzione che più di 850 accademici, persone di rilievo ed personaggi pubblici inglesi hanno chiesto alle università britanniche di impegnarsi a offrire un servizio di ristorazione al 100% plant-based, ovvero a base vegetale.
A lanciare questa "lettera aperta" è stata "Plant-Based Universities", una campagna avviata nel 2021 da un gruppo di studenti universitari proprio per promuovere la transizione vegan delle mense universitarie. L'obiettivo è quello di fare delle università un esempio virtuoso per guidare il cambiamento verso uno stile di vita sempre più sostenibile.
"Siamo estremamente consapevoli – come lo sarete anche voi – della crisi climatica ed ecologica; non solo, ma siamo anche consapevoli del fatto che l'allevamento e la pesca ne sono i principali responsabili", scrivono i firmatari del testo, inviato ai vicerettori delle università britanniche, ai responsabili della ristorazione e ai presidenti dei sindacati studenteschi, ricordando come le università sono state "per secoli luci spendenti del progresso intellettuale, morale e scientifico".
La campagna "Plant-Based Universities" vuole che nelle organizzazioni universitarie la dieta a base vegetale, e quindi l'eliminazione dei prodotti di origine animale, sia equiparata in termini di importanza e necessità al disinvestimento dai combustibili fossili, in cui si sono già impegnate 101 università britanniche.
"La maggior parte delle università – prosegue la lettera – ha dichiarato l'emergenza climatica e molte hanno adottato misure come il disinvestimento dai combustibili fossili. (Gli studenti) meritano di sapere che le loro università stanno lavorando attivamente per creare un futuro in cui possano laurearsi".
Il punto non è imporre un certo stile alimentare, ma dare il "buon esempio" e disincentivare il consumo di carne e prodotti di origine animale.
"Non sei vegano? Non c'è problema" – scrivono i firmatari della lettera – "Non stiamo chiedendo cambiamenti dietetici individuali. Gli studenti e il personale possono continuare a portare nel campus il cibo che preferiscono. Quello che chiediamo è un disinvestimento istituzionale (dalla carne e dai latticini)".
Quanto chiedono i firmatari della lettera è già realtà il alcune università del Regno Unito. Nella lettera vengono citate come modelli da seguire le Università di Stirling, Cambridge, Birmingham, Queen Mary, London Metropolitan, Kent e University College London, che, scrivono i firmatari, "hanno fatto passi avanti verso la realizzazione degli obiettivi delle Plant-Based Universities e hanno intrapreso azioni decisive per essere leader nella protezione del clima e degli animali".
L'obiettivo è contrastare la crisi climatica, che – come dimostrano diversi studi – può essere raggiunto in tempi più brevi e con una maggior probabilità di successo modificando lo stile alimentare id massa.
Nel 2019 la dottoressa Helen Harwatt e il dottor Matthew Hayek – si legge nel testo – hanno condotto una ricerca per l'Università di Harvard, secondo la quale il Regno Unito potrebbe diventare carbon-negative se combinasse il passaggio alla produzione vegetale con la riforestazione dei terreni liberati da questo cambiamento.