Centomila abbandoni ogni anno: la Francia prevede fino a 3 anni di carcere per chi commette il reato

La Francia detiene il triste record per abbandono di animali in Europa. Ecco perché, Didier Guillaume, Ministro dell’agricoltura e dell’alimentazione, ha deciso di prevedere fino a tre anni di reclusione per chi commette questo atto crudele.
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Gaia Cortese 23 Dicembre 2020

La Francia inasprisce le pene per chi abbandona i propri animali domestici. Si sta valutando, infatti, l’introduzione della pena di reclusione fino a tre anni per chi commette un atto di questa gravità.

Con 100.000 animali abbandonati ogni anno, la Francia, infatti, detiene il record per il numero di abbandoni in Europa. Difatti, l’articolo 521 -1 del Codice Penale incrimina l’atto di abbandonare un animale domestico, addomesticato o tenuto in cattività, fatta eccezione per gli animali destinati alla riproduzione.

Lo scorso 28 gennaio 2020, il Ministro dell'agricoltura e dell'alimentazione, Didier Guillaume, aveva già annunciato quindici misure per inasprire la lotta contro l'abuso degli animali, domestici e non, e per garantire il loro benessere.

Il piano governativo 2016-2020 classificava queste raccomandazioni in sei diversi obiettivi: la fine di pratiche agricole dolorose, il rafforzamento della consapevolezza e della formazione sul benessere degli animali, il miglioramento della qualità della vita degli animali da allevamento, il miglioramento delle condizioni di trasporto degli animali, un’informazione ai consumatori più efficace, la responsabilizzazione dei proprietari di animali domestici.

Lo scopo era conciliare il lavoro degli allevatori, la sensibilità degli animali e una maggior consapevolezza di tutta società. Ciononostante, lo stesso Ministro francese ha ritenuto opportuno valutare che le pene siano più dure e che sia prevista anche la reclusione per chi abbandona un animale o gli procura sofferenza e dolore.

Non solo. Nel nuovo disegno di legge si imporrà anche la firma di un “certificato di sensibilizzazione”, per ricordare gli obblighi di cura, di vaccinazione e dei costi associati al possesso di un animale. In questo modo si auspica di ridurre nei limiti del possibile tutti quegli acquisti d’impulso che inevitabilmente non hanno un lieto fine.